sabato 31 luglio 2010
[cinema] The box
la locandina recita"dal regista di Donnie Darko e l'autore di Io sono leggenda" considerate le premesse mi aspettavo qualcosa di più! A parte l'ottima interpretazione dei protagonisti (una spanna su tutti Frank Langella) non mi ha colpito più di tanto. Forse ero stanca, per un paio di minuti credo di aver preso conoscenza, oppure dovrei rivederlo, come Donnie Darko, che francamente non ho ancora compreso del tutto, dopo anni...
venerdì 30 luglio 2010
Il pozzo dell'anima - 21
Bea uscì dalla sala vuota, afferrò la borsa appoggiata su uno scatolone e la giacca appesa in ingresso e infilò la porta senza voltarsi.
- se ne andò nella notte scura e non tornò mai più!
Disse Emma spalancando gli occhi per la sorpresa.
- non posso credere che se ne sia andata in questo modo, l'ultima volta che l'ho vista fare una scena così drammatica avevamo tipo quindici anni! Stavolta si è offesa sul serio!
Esclamò Vittoria uscendo dalla stanza.
- Non era mia intenzione mortificarla. So che lo fa col cuore, solo che dovrebbe capire quando fermarsi.
Tentò di giustificarsi Emma con Carla.
- Oggi mi ha tirato giù dal letto, avrà telefonato dieci volte, alla fine ho accettato di pranzare con lei perchè smettesse di chiamare, e non sapevo ancora che avremmo teso un agguato a Adriano.
- Già, cosa gli avete detto a quel povero cristo?
- Bea voleva scoprire cosa c'era sotto la faccenda della chiesa, ha pensato che lui potesse aiutarci a capire di più e già che c'era voleva rimettere insieme i cocci.
Sottolineò la frase unendo gli indici di entrambe le mani.
Nell'altra stanza Vittoria chiudeva le imposte prima che il temporale le facesse sbattere.
- da qui la battuta sull'agenzia matrimoniale! prosegui
Fece Carla interessata.
- lì per lì sembrava caduto dall'albero, non ne aveva idea, ha collegato un po' di cose, il matrimonio di un collega al quale lei non ha partecipato, quello di Elide, strani comportamenti e gli è venuto il dubbio...poi Bea lo ha cazziato perchè ha mollato subito senza lottare, e pure per l'insolito rendez -vous con Sabrina. Quella proprio non la regge, volavano scintille! ho temuto seriamente che si prendessero a ceffoni!
- non divagare, alla fine della fiera Adriano cosa ha detto?
- che farebbe qualsiasi cosa pur di aiutare Vic a risolvere i suoi problemi. Detto tra noi, è lapalissiano che è ancora innamorato di lei!
Vittoria rientrò nella stanza, le due amiche si voltarono a guardarla senza proferire motto.
- quindi? cosa mi sono persa?
- siediti, dobbiamo parlare, la faccenda è più grave di quanto pensassimo.
- cosa volete che vi dica, non posso presentarmi in questura per dire che ho delle informazioni su un incidente che in realtà è stato un delitto, visto che non so spiegare come faccio a saperlo.
- sei sicura di non averlo sognato davvero?
Lo sguardo feroce di Vittoria fece trasalire Emma
- Cercavo di essere d'aiuto!
- Dovresti parlarne con qualcuno. Intendo uno specialista.
- tipo?
- uno psichiatra.
- bene, adesso dovrò anche andare dallo strizzacervelli.
- l'alternativa è il rebirthing, se ci riprovi, magari capita la stessa situazione.
- dovrei parlarne con Bea.
- facciamola sbollire, domani a mentre fredda ci ragioneremo tutte con calma.
Dovrei imparare a farmi gli affari miei, io e la mia sindrome di Wonder woman, che cerca di salvare il mondo, bel ringraziamento!
Bea uscì dal portone del palazzo di Vittoria con un diavolo per capello.
- se ne andò nella notte scura e non tornò mai più!
Disse Emma spalancando gli occhi per la sorpresa.
- non posso credere che se ne sia andata in questo modo, l'ultima volta che l'ho vista fare una scena così drammatica avevamo tipo quindici anni! Stavolta si è offesa sul serio!
Esclamò Vittoria uscendo dalla stanza.
- Non era mia intenzione mortificarla. So che lo fa col cuore, solo che dovrebbe capire quando fermarsi.
Tentò di giustificarsi Emma con Carla.
- Oggi mi ha tirato giù dal letto, avrà telefonato dieci volte, alla fine ho accettato di pranzare con lei perchè smettesse di chiamare, e non sapevo ancora che avremmo teso un agguato a Adriano.
- Già, cosa gli avete detto a quel povero cristo?
- Bea voleva scoprire cosa c'era sotto la faccenda della chiesa, ha pensato che lui potesse aiutarci a capire di più e già che c'era voleva rimettere insieme i cocci.
Sottolineò la frase unendo gli indici di entrambe le mani.
Nell'altra stanza Vittoria chiudeva le imposte prima che il temporale le facesse sbattere.
- da qui la battuta sull'agenzia matrimoniale! prosegui
Fece Carla interessata.
- lì per lì sembrava caduto dall'albero, non ne aveva idea, ha collegato un po' di cose, il matrimonio di un collega al quale lei non ha partecipato, quello di Elide, strani comportamenti e gli è venuto il dubbio...poi Bea lo ha cazziato perchè ha mollato subito senza lottare, e pure per l'insolito rendez -vous con Sabrina. Quella proprio non la regge, volavano scintille! ho temuto seriamente che si prendessero a ceffoni!
- non divagare, alla fine della fiera Adriano cosa ha detto?
- che farebbe qualsiasi cosa pur di aiutare Vic a risolvere i suoi problemi. Detto tra noi, è lapalissiano che è ancora innamorato di lei!
Vittoria rientrò nella stanza, le due amiche si voltarono a guardarla senza proferire motto.
- quindi? cosa mi sono persa?
- siediti, dobbiamo parlare, la faccenda è più grave di quanto pensassimo.
- cosa volete che vi dica, non posso presentarmi in questura per dire che ho delle informazioni su un incidente che in realtà è stato un delitto, visto che non so spiegare come faccio a saperlo.
- sei sicura di non averlo sognato davvero?
Lo sguardo feroce di Vittoria fece trasalire Emma
- Cercavo di essere d'aiuto!
- Dovresti parlarne con qualcuno. Intendo uno specialista.
- tipo?
- uno psichiatra.
- bene, adesso dovrò anche andare dallo strizzacervelli.
- l'alternativa è il rebirthing, se ci riprovi, magari capita la stessa situazione.
- dovrei parlarne con Bea.
- facciamola sbollire, domani a mentre fredda ci ragioneremo tutte con calma.
Dovrei imparare a farmi gli affari miei, io e la mia sindrome di Wonder woman, che cerca di salvare il mondo, bel ringraziamento!
Bea uscì dal portone del palazzo di Vittoria con un diavolo per capello.
giovedì 29 luglio 2010
Fermate questo mondo, io scendo qui!
mercoledì 28 luglio 2010
Il pozzo dell'anima - 20
Le tre donne si raccolsero intorno all'amica. La rivelazione le aveva turbate. Bea per spezzare la tensione esclamò:
- ho fatto bene a consultare Adriano!
- tu cosa?
Lo sguardo di Vic passò dall'angoscia alla furia.
- io ed Emma lo abbiamo visto proprio oggi a pranzo.
Vittoria si voltò verso l'altra amica, che fece una smorfia.
- Lo sapevo che mi avrebbe messa in mezzo, fa sempre così!
- e' la verità, eri con me!
- per la cronaca è stata una tua idea andarlo a cercare. Lo sapete come è fatta, quando si mette in testa una cosa non c'è scampo!
Carla tentò di trattenere un sorriso per il simpatico teatrino.
- cosa c'entra Adriano? non avrai tirato in ballo la nostra storia, spero!
Il tono lasciava poco spazio all'interpretazione. Emma chiuse gli occhi, per la seconda volta quel giorno, per non vedere cosa sarebbe successo in seguito.
- Io me lo sentivo che la faccenda della chiesa aveva un risvolto interessante.
- Se vogliamo chiamarlo così!
Disse Carla alzando gli occhi al cielo.
- Tra voi non è finita, lo sanno anche i muri, adesso cerchiamo di capire come fare per provare che Tiziano è stato assassinato e vedrai che si risolverà tutto e tu riprenderai Adriano alla faccia di quella stronza mangiauomini di Sabrina Orlandi.
- Adriano esce con la Orlandi?
Sul viso di Vic il dispiacere si avvicendò con lo stupore.
- le piacerebbe! diciamo che da quando lo hai lasciato lo sta lavorando ai fianchi!
Emma lanciò uno sguardo a Bea che ricostruendo mentalmente la frase capiì la gaffe e cercò di salvarsi in corner.
- Lui ha tenuto a sottolineare che sono solo colleghi, lei ci spera, ovviamente, forse crede che riuscirà a prenderlo per stanchezza!
- è un uomo libero, può fare ciò che desidera, non deve certo giustificarsi con voi!
- sì, questa me la bevo un'altra volta. Vic, sono Bea, ci conosciamo da quanto? 20 anni? tu non hai smesso di amarlo per un secondo e lui pure, se non fosse una situazione grottesca mi farebbe ridere! Diamoci da fare, chiamiamo Adriano e gli raccontiamo cosa ti sei ricordata, così aprono un'indagine e riusciremo a venire a capo di tutto.
- spesso mi domando se ti ascolti quando parli?
La interruppe Carla allibita.
- perchè, che ho detto?
- Ti riferisci a noi come le protagoniste di uno di quei romanzi gialli che ami tanto, e vorrei ricordarti che non lo siamo! occorre valutare la cosa con calma, Tiziano Rivolta è morto 25 anni fa per incidente, non possiamo esordire con la novità che invece è stato ucciso, anche perchè Vic non ricorda come fa a saperlo, non ci sono moventi, nè potenziali colpevoli, chi avrebbe voluto uccidere un ragazzino di 9 anni? Bea, lasciamo perdere, potrebbe non risolversi mai, e causerebbe solo dolore alla famiglia.
- allora chiamiamo Adriano e chiediamo un consiglio!
- non ti stanchi mai di fare l'agenzia matrimoniale o investigativa?
Il tono dolente con cui Emma pronunciò quelle parole urtò Bea.
- sapete che vi dico, vi saluto, fatemi sapere quando sarete intenzionate a capire come gira il mondo!
- ho fatto bene a consultare Adriano!
- tu cosa?
Lo sguardo di Vic passò dall'angoscia alla furia.
- io ed Emma lo abbiamo visto proprio oggi a pranzo.
Vittoria si voltò verso l'altra amica, che fece una smorfia.
- Lo sapevo che mi avrebbe messa in mezzo, fa sempre così!
- e' la verità, eri con me!
- per la cronaca è stata una tua idea andarlo a cercare. Lo sapete come è fatta, quando si mette in testa una cosa non c'è scampo!
Carla tentò di trattenere un sorriso per il simpatico teatrino.
- cosa c'entra Adriano? non avrai tirato in ballo la nostra storia, spero!
Il tono lasciava poco spazio all'interpretazione. Emma chiuse gli occhi, per la seconda volta quel giorno, per non vedere cosa sarebbe successo in seguito.
- Io me lo sentivo che la faccenda della chiesa aveva un risvolto interessante.
- Se vogliamo chiamarlo così!
Disse Carla alzando gli occhi al cielo.
- Tra voi non è finita, lo sanno anche i muri, adesso cerchiamo di capire come fare per provare che Tiziano è stato assassinato e vedrai che si risolverà tutto e tu riprenderai Adriano alla faccia di quella stronza mangiauomini di Sabrina Orlandi.
- Adriano esce con la Orlandi?
Sul viso di Vic il dispiacere si avvicendò con lo stupore.
- le piacerebbe! diciamo che da quando lo hai lasciato lo sta lavorando ai fianchi!
Emma lanciò uno sguardo a Bea che ricostruendo mentalmente la frase capiì la gaffe e cercò di salvarsi in corner.
- Lui ha tenuto a sottolineare che sono solo colleghi, lei ci spera, ovviamente, forse crede che riuscirà a prenderlo per stanchezza!
- è un uomo libero, può fare ciò che desidera, non deve certo giustificarsi con voi!
- sì, questa me la bevo un'altra volta. Vic, sono Bea, ci conosciamo da quanto? 20 anni? tu non hai smesso di amarlo per un secondo e lui pure, se non fosse una situazione grottesca mi farebbe ridere! Diamoci da fare, chiamiamo Adriano e gli raccontiamo cosa ti sei ricordata, così aprono un'indagine e riusciremo a venire a capo di tutto.
- spesso mi domando se ti ascolti quando parli?
La interruppe Carla allibita.
- perchè, che ho detto?
- Ti riferisci a noi come le protagoniste di uno di quei romanzi gialli che ami tanto, e vorrei ricordarti che non lo siamo! occorre valutare la cosa con calma, Tiziano Rivolta è morto 25 anni fa per incidente, non possiamo esordire con la novità che invece è stato ucciso, anche perchè Vic non ricorda come fa a saperlo, non ci sono moventi, nè potenziali colpevoli, chi avrebbe voluto uccidere un ragazzino di 9 anni? Bea, lasciamo perdere, potrebbe non risolversi mai, e causerebbe solo dolore alla famiglia.
- allora chiamiamo Adriano e chiediamo un consiglio!
- non ti stanchi mai di fare l'agenzia matrimoniale o investigativa?
Il tono dolente con cui Emma pronunciò quelle parole urtò Bea.
- sapete che vi dico, vi saluto, fatemi sapere quando sarete intenzionate a capire come gira il mondo!
martedì 27 luglio 2010
sogni a libera interpretazione
la notte scorsa ho fatto un sogno stranissimo: diversi fattori (soldi, felicità, morte)la prima cosa che ho fatto appena sveglia è stata chiamare la persona che nel sogno era trapassata, paradossalmente colei che mi dava la notizia è di fatto la persona che non c'è più da qualche anno, per tutto il giorno ho cercato di trovare un senso al sogno. Di trovare un messaggio. Ho incontrato una persona che non vedevo da parecchio, mi ha fatto i complimenti per la t-shirt che indossavo, le ho raccontato il sogno e con poche e semplici parole lo ha tradotto completamente.
Ho trascorso le ultime tre ore incollata al pc a studiare una soluzione per le vacanze che si avvicinano, sono fusa, ho gli occhi in mano come Santa Lucia.
EVAPORO
Goodnight!
lunedì 26 luglio 2010
Instant karma # 53
Rimango incantata ad osservare la foto, sfoglio l'album alla ricerca di una conferma, una dopo l'altra fanno venire a galla ricordi che ho accantonato in un angolo della testa, sospetto che l'astrocitoma, per fare posto, ne abbia sacrificato qualcuno, sono flashata e Davide mi guarda senza parlare.
- il medico strafigo, quello di cui ti ho parlato, è Marco!
- che significa?
- non lo so, deve significare qualcosa, ma non saprei dire cosa.
- sapeva che eri malata e si è travestito per venirti a trovare?
- no Davide, l'ho sognato e quando mi sono svegliata ho chiesto di lui senza ricordarne il volto.
- quindi?
- lascia perdere!
Mi guarda stranito, sembra non aver capito il discorso, inizia a frugare nella mia borsa per prendere il cellulare, smanetta sulla rubrica e seleziona il numero poi me lo porge sorridendo. Sembra arrivato il momento della verità. Mille pensieri affolllano la testa, con che diritto mi rifaccio viva? dopo più di un anno, dopo averlo allontanato con cattiveria, magari ha una donna, magari sono felici, hanno intenzioni serie, convivono, o sono andati in vacanza alle Fidji e sono tornati sposati. Non ce la faccio. Schiaccio il tasto C e chiudo il telefono. Un passo per volta. Mi alzo per tornare in sala quando arrivano tutti nella mia stanza, mi obbligano a indossare la camicia da notte e a coricarmi. Il medico ha ordinato tassativamente riposo. Credo che diventerà il mantra della settimana. Obbedisco agli ordini, mi sdraio, a disposizione ci sono libri, riviste, il portatile e il televisore. Mamma e papà mi lasciano riposare, promettono di tornare all'ora di cena, Claudia ha sistemato le mie cose e ha riempito frigo e credenza di ogni genere alimentare, Francesca controlla la temperatura ed esce in punta di piedi. Sono ancora sorvegliata a vista, se mi addormento subito ci sono buone probabilità che i visitatori mi lascino in pace per le prossime ore. I pensieri non mi danno tregua. Mi rigiro nel letto una dozzina di volte, sembrano passate ore invece le lancette sono saldate. Prendo il telefono, osservo il suo nome sul display, non lo facevo da mesi. Decido di premere il pulsante. La chiamata è partita, non posso riavvolgere il nastro.
CONTINUA
riproduzione vietata
- il medico strafigo, quello di cui ti ho parlato, è Marco!
- che significa?
- non lo so, deve significare qualcosa, ma non saprei dire cosa.
- sapeva che eri malata e si è travestito per venirti a trovare?
- no Davide, l'ho sognato e quando mi sono svegliata ho chiesto di lui senza ricordarne il volto.
- quindi?
- lascia perdere!
Mi guarda stranito, sembra non aver capito il discorso, inizia a frugare nella mia borsa per prendere il cellulare, smanetta sulla rubrica e seleziona il numero poi me lo porge sorridendo. Sembra arrivato il momento della verità. Mille pensieri affolllano la testa, con che diritto mi rifaccio viva? dopo più di un anno, dopo averlo allontanato con cattiveria, magari ha una donna, magari sono felici, hanno intenzioni serie, convivono, o sono andati in vacanza alle Fidji e sono tornati sposati. Non ce la faccio. Schiaccio il tasto C e chiudo il telefono. Un passo per volta. Mi alzo per tornare in sala quando arrivano tutti nella mia stanza, mi obbligano a indossare la camicia da notte e a coricarmi. Il medico ha ordinato tassativamente riposo. Credo che diventerà il mantra della settimana. Obbedisco agli ordini, mi sdraio, a disposizione ci sono libri, riviste, il portatile e il televisore. Mamma e papà mi lasciano riposare, promettono di tornare all'ora di cena, Claudia ha sistemato le mie cose e ha riempito frigo e credenza di ogni genere alimentare, Francesca controlla la temperatura ed esce in punta di piedi. Sono ancora sorvegliata a vista, se mi addormento subito ci sono buone probabilità che i visitatori mi lascino in pace per le prossime ore. I pensieri non mi danno tregua. Mi rigiro nel letto una dozzina di volte, sembrano passate ore invece le lancette sono saldate. Prendo il telefono, osservo il suo nome sul display, non lo facevo da mesi. Decido di premere il pulsante. La chiamata è partita, non posso riavvolgere il nastro.
CONTINUA
riproduzione vietata
domenica 25 luglio 2010
Abre los ojos
sabato 24 luglio 2010
venerdì 23 luglio 2010
incontri
Ieri dopo il lavoro ho preso la moto e mi sono diretta piùvelocedellaluce verso Celle Ligure dove avevo un appuntamento al buio con una personcina deliziosa, un'amica blogger, al buio perchè nonostante mail e sms scambiati per accordarci avevo una vaga idea di che aspetto avesse, per un paio di istantanee pubblicate mesi fa sul suo blog, mentre lei mi pensava più chiara di capelli e non si aspettava il chiaro accento nobile, come d'uso tra noi reali! ci siamo riconosciute subito, ed è stato come se fossimo amiche da sempre. Abbiamo preso un aperitivo in un bar con dehors a ridosso del mare, mentre suo figlio (faccio fatica a ricordare un bambino così bello e simpatico) giocava indisturbato, in due ore abbiamo condensato la nostra vita, famiglia, amori, lavoro, aspirazioni, è stato magico. Federica è una persona meravigliosa, geniale ma semplice, dolcissima, tutto quello che traspare sul blog è la milionesima parte. E' stato bello conoscerla, forse ci rivedremo prima che riparta. Una bella esperienza.
piesse > ha visto la mia borsa e approva!
mercoledì 21 luglio 2010
vizi da Principe
oggi ho ricevuto una sorpresa, il Principe si è presentato in ufficio con una shopper enorme: mi ha regalato una borsa! Una vera chicca, Prada vintage collezione 2006, in pelle, nera, morbida come un guanto, stilosissima (su cui ho fatto le bave, segretamente, nelle ultime settimane) Non me l'aspettavo proprio. I'm happy
Definizioni
sottotitolo (quando la discrezione viene scambiata per menefreghismo)
Cara amica di facebook non devi offenderti se non commento ogni singolo fotogramma delle tue vacanze (300 immagini tutte uguali, peraltro!) oppure non clicco mi piace su link qualunquisti di una banalità imbarazzante, l'amicizia non dovrebbe basarsi su simili facezie, e se non lo faccio non significa che non contraccambio il sentimento millenario che ci unisce, a mia discolpa, oltre al fatto che i social network mi annoiano oltremodo, potrei dire che ho una vita fuori da internet, ma sarebbe un luogo comune, preferisco affermare, per parafrasare uno dei tanti links a te cari, che gli amici veri non sono quelli che si frequentano tutti i giorni, si chiamano 30 volte e passano tutto il tempo insieme, ma quelli che nel bene e nel male non ti hanno mai mollato, e se alle 3 di notte sei in panne a 200 km e hai bisogno di aiuto, sgranano un rosario di parolacce, ti maledicono in tutte le lingue conosciute, poi escono in pigiama e vengono a recuperarti.
Ognuno ha una propria visione delle cose, questa è la mia
Cara amica di facebook non devi offenderti se non commento ogni singolo fotogramma delle tue vacanze (300 immagini tutte uguali, peraltro!) oppure non clicco mi piace su link qualunquisti di una banalità imbarazzante, l'amicizia non dovrebbe basarsi su simili facezie, e se non lo faccio non significa che non contraccambio il sentimento millenario che ci unisce, a mia discolpa, oltre al fatto che i social network mi annoiano oltremodo, potrei dire che ho una vita fuori da internet, ma sarebbe un luogo comune, preferisco affermare, per parafrasare uno dei tanti links a te cari, che gli amici veri non sono quelli che si frequentano tutti i giorni, si chiamano 30 volte e passano tutto il tempo insieme, ma quelli che nel bene e nel male non ti hanno mai mollato, e se alle 3 di notte sei in panne a 200 km e hai bisogno di aiuto, sgranano un rosario di parolacce, ti maledicono in tutte le lingue conosciute, poi escono in pigiama e vengono a recuperarti.
Ognuno ha una propria visione delle cose, questa è la mia
Instant karma # 52
Assenza di traffico. Il viaggio dall'ospedale a casa è tranquillo, quasi veloce. Francesca parcheggia davanti al mio garage, esce rapidamente, apre la portiera e mi porge il braccio, scendo, resto in piedi, mantengo una certa stabilità, procedo con calma. Prende la mia borsa dal bagagliaio e mi porge le chiavi, entriamo nel portone e saliamo sull'ascensore. Nelle narici l'odore di casa, di normalità. Arriviamo sul pianerottolo, sulla porta la targhetta col mio nome luccica. Infilo nella toppa il chiavistello grande, poi la chiave più piccola. Gesti automatici, naturali. La casa è in ordine, non ricordo come l'ho lasciata il giorno del ricovero. Osservo lo svuotatasche sulla consolle in ingresso. Lo specchio, impietoso, rimanda l'immagine a lungo evitata. Pensavo peggio. Non sono un fiore però non sembro neanche una naufraga. Mi accomodo nel mio soggiorno, riprendo confidenza con le mie cose e penso a quanto tempo mi ha rubato questa malattia, le cose che ho perso, che ho dovuto lasciare andare, le persone che non sono riuscita a trattenere. Un pensiero mi offusca la vista. Marco. Ho voglia di chiamarlo, sentire la sua voce. Dopo più di un anno. Non so come tornare indietro, recuperare i pezzi, il filo del discorso. Come se fosse andato tutto avanti e io mi fossi fermata. Congelata. Bloccata nel tempo. Siamo entrate a casa da pochi minuti e squilla già il citofono poi il campanello. Sono Davide e Claudia, i miei genitori e la dirimpettaia, la signora Cervetto, che porge un piatto con una torta di mele e mi abbraccia contenta di rivedermi. La casa è affollata. Avrei voglia di sistemarmi a letto e dormire i prossimi tre mesi, o almeno fino a che mi verrà un'idea geniale per risolvere i problemi che si sono sviluppati intorno alla malattia. Sulla segreteria telefonica diversi messaggi, Francesca indica tre cassette da ascoltare. Accendo il pc, digito la password senza pensarci, un centinaio di mail, colleghi e amici, negli oggetti realizzo che qualcuno è offeso per la mancanza di risposte in tempo reale. Claudia sorride, dice che leggerle tutte mi aiuterà a passare il tempo. Davide mi prende per mano, lo seguo in camera. Tira fuori dalla borsa l'album. Ho paura di aprirlo, anche se sento che tra quelle immagini ci sarà la risposta che cerco. Apro e la prima foto ritrae una coppia di ragazzi abbracciati, sorridono felici con due t-shirt uguali, gialle, con lo stemma della nazionale brasiliana. Una sono io, in tempi migliori. Lui è il medico figo che ho sognato.
E' un segno...
CONTINUA
riproduzione vietata®
E' un segno...
CONTINUA
riproduzione vietata®
martedì 20 luglio 2010
lunedì 19 luglio 2010
dopo aver pianto più di una vite tagliata per l'ultima puntata di Grey's anatomy, che avevo già visto due mesi fa (tra l'altro)
e prima che i pappataci facciano di me il loro banchetto mi eclisso con eleganza
hai voglia di spruzzare autan, li possano caricà gl'indiani!
hai voglia di spruzzare autan, li possano caricà gl'indiani!
il sole picchia così forte che fa quasi male nel tratto ufficio casa avrei dovuto mettere la crema protettiva, sono arrivata con le braccia in fiamme!
domenica 18 luglio 2010
che afa fa
sabato 17 luglio 2010
metti una sera a cena
con un'amica che conosci da più di 20 anni, con cui hai vissuto avventure irripetibili, che non frequenti da almeno 10, che però hai sempre sentito per auguri di natale e compleanno e occasionalmente hai incontrato sempre con piacere e ogni volta che trascorri con lei un'ora è come se il tempo non fosse mai passato, come se vi foste viste ieri.
Questa sera siamo state a cena.
Cozze alla marinara, alici marinate, branzino gratinato con porri e zucchinecroccanti, orata al cartoccio con patate alle piante aromatiche, una bottiglia di Ribolla gialla, un bicchierino di mirto, una passeggiata in piazzetta, due mojitos
dico solo che è riuscita a smontare una panchina sedendoci sopra (e pesa 20 kg)
siamo tornate a casa barcollando, storte come ganci
col singhiozzo per le risate!
Questa sera siamo state a cena.
Cozze alla marinara, alici marinate, branzino gratinato con porri e zucchinecroccanti, orata al cartoccio con patate alle piante aromatiche, una bottiglia di Ribolla gialla, un bicchierino di mirto, una passeggiata in piazzetta, due mojitos
dico solo che è riuscita a smontare una panchina sedendoci sopra (e pesa 20 kg)
siamo tornate a casa barcollando, storte come ganci
col singhiozzo per le risate!
venerdì 16 luglio 2010
giovedì 15 luglio 2010
mercoledì 14 luglio 2010
Much ado about nothing
la scorsa notte devo aver digrignato i denti alla morte
mi sono svegliata con la mandibola dolorante
sono partita prima delle 7 e rientrata verso le 18
all'andata ho dormito come un pupo
non ho mangiato, ho bevuto solo due caffè e nemmeno mezzo litro d'acqua in tutto il giorno
i risvolti della questione ve li spiego con calma domani
sono cotta
Goodnight
mi sono svegliata con la mandibola dolorante
sono partita prima delle 7 e rientrata verso le 18
all'andata ho dormito come un pupo
non ho mangiato, ho bevuto solo due caffè e nemmeno mezzo litro d'acqua in tutto il giorno
i risvolti della questione ve li spiego con calma domani
sono cotta
Goodnight
martedì 13 luglio 2010
Goodnight and good luck
Stiro la camicia per domani, in questa fresca serata estiva e mi lancio nel letto con triplo salto carpiato.
Domattina sveglia all'alba, devo presentarmi all'ufficio personale per un'analisi sull'andamento della filiale in cui lavoro. Eh sì, restare in ufficio a sgobbare nell'aria condizionata pareva brutto, così faccio 'sta gita a Milano, ovvero tre ore di treno + metrò + un paio di km a piedi per raggiungere il Sancta Sanctorum e sorbirmi un probabile cazziatone.
Indosserò parastinchi e armatura da rugby per parare i colpi, metaforically speaking, of course, e il più cordiale dei sorrisi
Pensatemi un po'!
bofónchi del giorno
lo scotto da pagare per cinque miseri giorni di ferie è davvero iniquo: ieri mi sono fermata un'ora in più (ovviamente regalata) sono rientrata ora per pranzare e tra un'ora devo rientrare, per aggiungere il carico da 11 oggi c'è anche la capo area e domani devo partire all'alba per andare in sede dalla responsabile del personale.
che giubilo!
lunedì 12 luglio 2010
una corta estate calda
si boccheggia
non è una lamentela, piuttosto un dato di fatto
continuo a ripetere che tutto il freddo dell'inverno giustifica il caldo di questa estate tardiva
però, se piovesse un'oretta, di notte, non dispiacerebbe a nessuno
-
i mondiali di calcio sono finiti, OLE'
a meno che Zapatero non intervenga in suo favore adottandolo come mascotte, il polipo Paul finirà in padella, o con patate e prezzemolo (una delle tante varianti)
-
oggi sono tornata al lavoro dopo una settimana di ferie, mi ha fatto bene staccare un po', stamattina ho lavorato con calma, messo a posto pratiche inevase, cercato di capire cosa è successo durante mia assenza, oggi pomeriggio mi aspetta la pianificazione con la capoufficio. Pensavo peggio
non è una lamentela, piuttosto un dato di fatto
continuo a ripetere che tutto il freddo dell'inverno giustifica il caldo di questa estate tardiva
però, se piovesse un'oretta, di notte, non dispiacerebbe a nessuno
-
i mondiali di calcio sono finiti, OLE'
a meno che Zapatero non intervenga in suo favore adottandolo come mascotte, il polipo Paul finirà in padella, o con patate e prezzemolo (una delle tante varianti)
-
oggi sono tornata al lavoro dopo una settimana di ferie, mi ha fatto bene staccare un po', stamattina ho lavorato con calma, messo a posto pratiche inevase, cercato di capire cosa è successo durante mia assenza, oggi pomeriggio mi aspetta la pianificazione con la capoufficio. Pensavo peggio
domenica 11 luglio 2010
di verde vestita (pretty in green)
Amo i colori, alcuni (tutte le tonalità dal blu al celeste e VIOLA ) da sempre, con altri sto sperimentando, tra i miei piccoli acquisti in saldo una chicca: canotta/abito verde pavone in viscosa di seta, ieri sera l'ho indossata con calzoni di lino bianchi, cintura a vita alta in pelle e pashmina in seta tabacco, in aggiunta ad una mani/pedicure da sballo (melanzana metallizzata) e tacchi che non calzavo dal matrimonio di Sylvie. Uno schianto!
Dopo questo fashion tip, in perfetta sintonia col mio titolo nobiliare, vado al mare dove conto di restare immersa almeno fino al tramonto.
Je vous salue!
sabato 10 luglio 2010
Il pozzo dell'anima - 19
Bea si accordò con Adriano mentre Sabrina incassava la sconfitta. Emma, che osservava la scena fuori dal fast food, avrebbe potuto giurare che non sarebbe finita lì.
*
Carla accompagnò i genitori a casa, sistemò la madre a letto, parlò con Nora, la governante, per la somministrazione dei farmaci e strinse il padre in un abbraccio promettendo di tornare il giorno successivo.
*
Vittoria si alzò dal letto con un senso di malessere che le stringeva lo stomaco e il cuore in bocca, la stessa sensazione provata durante la lezione di rebirthing.
*
Un giro di telefonate le mise tutte d'accordo. Alle nove a casa di Vic. Ognuna di loro aveva urgenza di parlare. Prima che Bea aprisse bocca la padrona di casa esordì.
- non vi ho detto che durante rebirthing mi è successa una cosa stranissima; non prendetemi per pazza, sono stata catapultata fuori dal mio corpo, tipo in una realtà parallela che però era il passato che avevo dimenticato.
Le tre donne la guardarono come se avesse detto che l'avevano rapita gli alieni.
Emma, la più empatica del gruppo, cercò di agevolarla nella spiegazione.
- magari se fossi un po' più specifica...
- non mi sono sentita male, sono stata risucchiata dal mio incoscio.
Carla aggrottò la fronte, al contrario Bea, da sempre appassionata di gialli e misteri, sguazzava nell'inatteso risvolto.
- perchè parli di passato?
- ero in una chiesa...
Bea sorrise trionfante, la sua autostima era cresciuta a dismisura nelle ultime ore.
- credo di aver capito perchè non voglio entrarci da venticinque anni.
- c'entra Tiziano Rivolta?
Vittoria trattenne il respiro, Emma si coprì la bocca con la mano e spalancò gli occhi.
Le parole di Carla catalizzarono l'attenzione di tutte.
- Ho parlato con mia madre, è paradossale, non ricorda cosa ha mangiato a pranzo invece mi ha raccontato questa storia come se fosse accaduta pochi minuti prima. Non me ne ricordavo.
- Io sì, ma non potevo parlarne perchè i miei genitori me lo avevano proibito dopo quello che ti è successo al funerale. Era l'amico del cuore di mio cugino Luca. Fu una tragedia.
Aggiunse Emma con i lucciconi agli occhi.
- Si può sapere di chi state parlando?
Domandò Bea confusa.
- Era un ragazzino della nostra scuola, morì quando eravamo in terza elementare.
- Incidente, scivolò dal ponte, ti ricordi quando c'era una breccia, passavamo tutti di lì per scendere al fiume, lo trovarono nel canneto il giorno dopo.
Carla tagliò corto sui dettagli pulp.
- Mia madre dice che rimasi molto colpita da quello che gli accadde, il giorno del funerale diventasti letteralmente pazza.
Vittoria annuì in silenzio. Carla continuò con sguardo penitente.
- Vic, a quell'età si è ancora piccoli, ricordo che per un po' siamo stati in lutto, poi la scuola è finita, io sono andata in colonia, tu in montagna, tua madre aveva detto alla mia di non parlarne più e...mi dispiace.
- Anche a me, a scuola dicevano che non volevi più entrare in chiesa perchè lo avevi visto vivo a catechismo, prima dell'incidente, e che eri rimasta scioccata, così i miei, visto che eravamo così amiche, mi proibirono di parlartene.
Bea collegò i discorsi delle amiche per riuscire a fare un quadro della situazione.
Vittoria ascoltò socchiudendo gli occhi con dolore, poi pronunciò le parole molto lentamente.
- l'ho sognato, ed era come se fosse qui, vicino a me o meglio, era come se io fossi tornata indietro nel tempo e mi trovassi davanti a lui. Tiziano è morto venticinque anni fa. Credevano fosse caduto tornando a casa da catechismo. Ora so che non si trattò di un incidente. Tiziano fu assassinato, e lo so perchè ero presente. Ma non so come fare per dimostrarlo. Il ricordo è chiuso a doppia mandata in una stanza in fondo al buio
*
Carla accompagnò i genitori a casa, sistemò la madre a letto, parlò con Nora, la governante, per la somministrazione dei farmaci e strinse il padre in un abbraccio promettendo di tornare il giorno successivo.
*
Vittoria si alzò dal letto con un senso di malessere che le stringeva lo stomaco e il cuore in bocca, la stessa sensazione provata durante la lezione di rebirthing.
*
Un giro di telefonate le mise tutte d'accordo. Alle nove a casa di Vic. Ognuna di loro aveva urgenza di parlare. Prima che Bea aprisse bocca la padrona di casa esordì.
- non vi ho detto che durante rebirthing mi è successa una cosa stranissima; non prendetemi per pazza, sono stata catapultata fuori dal mio corpo, tipo in una realtà parallela che però era il passato che avevo dimenticato.
Le tre donne la guardarono come se avesse detto che l'avevano rapita gli alieni.
Emma, la più empatica del gruppo, cercò di agevolarla nella spiegazione.
- magari se fossi un po' più specifica...
- non mi sono sentita male, sono stata risucchiata dal mio incoscio.
Carla aggrottò la fronte, al contrario Bea, da sempre appassionata di gialli e misteri, sguazzava nell'inatteso risvolto.
- perchè parli di passato?
- ero in una chiesa...
Bea sorrise trionfante, la sua autostima era cresciuta a dismisura nelle ultime ore.
- credo di aver capito perchè non voglio entrarci da venticinque anni.
- c'entra Tiziano Rivolta?
Vittoria trattenne il respiro, Emma si coprì la bocca con la mano e spalancò gli occhi.
Le parole di Carla catalizzarono l'attenzione di tutte.
- Ho parlato con mia madre, è paradossale, non ricorda cosa ha mangiato a pranzo invece mi ha raccontato questa storia come se fosse accaduta pochi minuti prima. Non me ne ricordavo.
- Io sì, ma non potevo parlarne perchè i miei genitori me lo avevano proibito dopo quello che ti è successo al funerale. Era l'amico del cuore di mio cugino Luca. Fu una tragedia.
Aggiunse Emma con i lucciconi agli occhi.
- Si può sapere di chi state parlando?
Domandò Bea confusa.
- Era un ragazzino della nostra scuola, morì quando eravamo in terza elementare.
- Incidente, scivolò dal ponte, ti ricordi quando c'era una breccia, passavamo tutti di lì per scendere al fiume, lo trovarono nel canneto il giorno dopo.
Carla tagliò corto sui dettagli pulp.
- Mia madre dice che rimasi molto colpita da quello che gli accadde, il giorno del funerale diventasti letteralmente pazza.
Vittoria annuì in silenzio. Carla continuò con sguardo penitente.
- Vic, a quell'età si è ancora piccoli, ricordo che per un po' siamo stati in lutto, poi la scuola è finita, io sono andata in colonia, tu in montagna, tua madre aveva detto alla mia di non parlarne più e...mi dispiace.
- Anche a me, a scuola dicevano che non volevi più entrare in chiesa perchè lo avevi visto vivo a catechismo, prima dell'incidente, e che eri rimasta scioccata, così i miei, visto che eravamo così amiche, mi proibirono di parlartene.
Bea collegò i discorsi delle amiche per riuscire a fare un quadro della situazione.
Vittoria ascoltò socchiudendo gli occhi con dolore, poi pronunciò le parole molto lentamente.
- l'ho sognato, ed era come se fosse qui, vicino a me o meglio, era come se io fossi tornata indietro nel tempo e mi trovassi davanti a lui. Tiziano è morto venticinque anni fa. Credevano fosse caduto tornando a casa da catechismo. Ora so che non si trattò di un incidente. Tiziano fu assassinato, e lo so perchè ero presente. Ma non so come fare per dimostrarlo. Il ricordo è chiuso a doppia mandata in una stanza in fondo al buio
Saldi senza soddisfazione
Ieri ho provato mille paia di scarpe e non me ne piaceva uno, dell'unico che avrei comprato anche a prezzo pieno, senza batter ciglio, (un sandalo rasoterra con un sottile listino di raso rosso ricoperto di strass, chiusura alla caviglia e sulla soletta in pelle la junion jack) avevano finito il numero, porca paletta!
Il pozzo dell'anima - 18
Vittoria entrò in casa spedita, posò la borsa all'ingresso e trascinò nella sala vuota la scatola presa in prestito a casa dei suoi. Rovesciò il contenuto sul parquet, album di fotografie, quaderni e plichi di corrispondenza, iniziò a controllare ogni cosa. Cercando un particolare qualsiasi che la potesse ricollegare a Tiziano. Tra tante immagini una di due bambini seduti in un giardino accanto ad una montagna di lego. Riconobbe la maglietta color ciliegia e i codini, immaginò che il bambino accanto a lei, con la maglietta celeste i calzoncini a righe fosse Tiziano. Non ricordava di avere mai giocato insieme a lui, si sforzò perchè le spiaceva averlo scordato. Gli occhi si inumidirono. Cercò altri ricordi nei diari scolastici. Scovò quello dell'anno in questione. Pagine bianche dal ventisette aprile alla fine della scuola. Si buttò sul letto spossata. Si addormentò di schianto e fu risucchiata dal sonno come in un vortice.
Acqua. Le sembrò di galleggiare lenta e quieta su un mare calmo. All'improvviso una fitta. Il cuore che va in fondo ai piedi e poi dritto in testa, come un vagonetto delle montagne russe. La scena si apre in una stanza buia come un pozzo, nelle narici un profumo che non sentiva da moltissimo tempo. Incenso. Due bambini si riconcorrono sorridenti in un dedalo. Nascosta dietro ad un confessionale la bambina aspetta il momento per raggiungere la tana e liberare tutti. Voci sommesse, probabilmente dalla sacrestia. Rumori confusi. Un urlo. Tiziano è stato beccato! Due figure maschili, alte. Dal suo nascondiglio non riesce a vedere in faccia le persone, può solo udirne le voci, e vede le scarpe da ginnastica di Tiziano, che scalciano. La paura di una ramanzina la paralizza. Meglio aspettare in silenzio.
Vittoria si svegliò di soprassalto, come se le mancasse l'aria.
Acqua. Le sembrò di galleggiare lenta e quieta su un mare calmo. All'improvviso una fitta. Il cuore che va in fondo ai piedi e poi dritto in testa, come un vagonetto delle montagne russe. La scena si apre in una stanza buia come un pozzo, nelle narici un profumo che non sentiva da moltissimo tempo. Incenso. Due bambini si riconcorrono sorridenti in un dedalo. Nascosta dietro ad un confessionale la bambina aspetta il momento per raggiungere la tana e liberare tutti. Voci sommesse, probabilmente dalla sacrestia. Rumori confusi. Un urlo. Tiziano è stato beccato! Due figure maschili, alte. Dal suo nascondiglio non riesce a vedere in faccia le persone, può solo udirne le voci, e vede le scarpe da ginnastica di Tiziano, che scalciano. La paura di una ramanzina la paralizza. Meglio aspettare in silenzio.
Vittoria si svegliò di soprassalto, come se le mancasse l'aria.
venerdì 9 luglio 2010
Il pozzo dell'anima - 17
Vittoria, incastrata nel traffico del fine settimana, rifletteva sulle parole della madre. Aveva bisogno di confrontarsi con le amiche. Provò a chiamare Emma, non le rispose, tentò con Bea, l'utente risultava non raggiungibile, quando il telefonò squillò e sul display apparve il nome Carla.
- Ciao Vic, dove sei, al lavoro?
- no, sono stata a trovare i miei.
- ascolta, devo parlarti con la massima urgenza, sono al lago dai miei, li accompagno a casa e vengo da te, ci vediamo a cena?
- ok, è successo qualcosa?
- sì, te ne parlo più tardi.
Vittoria rimase colpita dal tono dell'amica. Avevano molto di cui parlare.
Carla chiamò Bea, non riuscì a parlarle quindi digitò qualcosa sul blackberry e tornò nella stanza della madre.
******
Sabrina capito l'andazzo fece squillare il proprio telefono e finse di dover rispondere assolutamente. Bea sorrise vittoriosa, nel fast food non c'era ricezione, l'atteggiamento dell'antagonista le fece capire che quel round era stato vinto a tavolino.
- Adesso che siamo soli potete parlare chiaro, cosa diavolo succede?
- rispondi sinceramente, per quale motivo è finita tra te e Vic?
L'uomo non trattenne uno sbuffo
- non vorrai dirmi che non lo sapete!
- per la verità noi non sappiamo proprio niente, dopo mesi Vic ci ha detto che volevi sposarla, ha rifiutato e vi siete lasciati. Stop. Telegrafica come al solito.
- e questo cosa sarebbe obbligo o verità? dopo cosa mi aspetta, il gioco della bottiglia? Emma, Bea la conosco, ma da te non me lo sarei mai aspettato.
- cosa vuoi che ti dica, mi ha portato qui contro la mia volontà!
Si scambiarono un sorriso.
- non perdiamo la concentrazione, dimmi sinceramente perchè è finita, è importante
- non vedo perchè dovrei giustificarmi con te.
- non ti ho chiesto di giustificarti, insomma Adriano la mantide ti ha succhiato il cervello?
- mi spieghi perchè ce l'hai tanto con Sabrina?
- mi ha rovinato l'adolescenza.
- l'avevo intuito, ti avverto che quella fase l'hai passata da un po'...
- si vede che non l'ho ancora superata!
- ah, sì, capisco, comunque per tornare al discorso, tecnicamente è andata come vi ha detto Vic, le ho chiesto di sposarmi, lei ha procrastinato per un po' e quando le ho fatto pressione è scoppiata e mi ha detto che non sarebbe mai entrata in una chiesa con me. Punto.
- non potevate continuare a convivere?
- non sarebbe stata la stessa cosa. Sono cresciuto in una famiglia cattolica, i miei si sono sposati in chiesa, mia sorella pure, volevo farlo anche io, crearmi la mia famiglia.
Bea lo osservò con attenzione. Negli occhi di Adriano ardeva una fiamma di dolore.
- pensavi che non essendo sposati se ne sarebbe potuta andare via in qualsiasi momento?
Adriano respirò forte prima di rispondere, la ferita era ancora aperta.
- il succo è che non voleva sposarmi.
- non voleva entrare in chiesa.
- non voleva legarsi veramente, era quello il problema.
- ti ripeto, non voleva farlo in chiesa.
- che vuoi dire?
- che avreste potuto mettere una fottuta firma in comune, se ci tenevi tanto al pezzo di carta.
- non ti seguo.
- lei è terrorizzata dalle chiese, non ci entra, non è mai venuta ad una qualsiasi funzione da quando la conosco, ha saltato il matrimonio di Elide, adesso vuole dare buca anche al battesimo di Arianna.
Adriano si fece pensieroso
- mi ha fatto andare da solo al matrimonio di un collega.
- visto? non eri tu il problema.
- riassumendo, è per caso indemoniata?
Emma tossì per non ridere, Adriano le fece l'occhiolino.
- credo che le sia successo qualcosa, quando era ragazzina, e non l'abbia ancora superata.
- come te con Sabrina?
Adriano ed Emma batterono un cinque facendo innervosire Bea.
- Non sto scherzando, credo davvero che ci sia sotto qualcosa e se tieni ancora a Vic, e non ti sei fatto ottenebrare dal sesso, dovresti darci una mano per scoprirlo.
Emma inarcò il sopracciglio.
- Sabrina mi fa un tiro spietato da anni, tranquilla, tra noi non c'è niente, devo ancora smaltire l'ultima botta.
- L'ho conosciuta 20 anni fa, ho visto di cosa è capace, e tranquilla non ha fatto una bella fine!
- Devi fidarti di me, non ho intenzioni di nessun genere, sono solo uscito a pranzo con una collega, per quanto riguarda Vic dimmi cosa posso fare.
- Ciao Vic, dove sei, al lavoro?
- no, sono stata a trovare i miei.
- ascolta, devo parlarti con la massima urgenza, sono al lago dai miei, li accompagno a casa e vengo da te, ci vediamo a cena?
- ok, è successo qualcosa?
- sì, te ne parlo più tardi.
Vittoria rimase colpita dal tono dell'amica. Avevano molto di cui parlare.
Carla chiamò Bea, non riuscì a parlarle quindi digitò qualcosa sul blackberry e tornò nella stanza della madre.
******
Sabrina capito l'andazzo fece squillare il proprio telefono e finse di dover rispondere assolutamente. Bea sorrise vittoriosa, nel fast food non c'era ricezione, l'atteggiamento dell'antagonista le fece capire che quel round era stato vinto a tavolino.
- Adesso che siamo soli potete parlare chiaro, cosa diavolo succede?
- rispondi sinceramente, per quale motivo è finita tra te e Vic?
L'uomo non trattenne uno sbuffo
- non vorrai dirmi che non lo sapete!
- per la verità noi non sappiamo proprio niente, dopo mesi Vic ci ha detto che volevi sposarla, ha rifiutato e vi siete lasciati. Stop. Telegrafica come al solito.
- e questo cosa sarebbe obbligo o verità? dopo cosa mi aspetta, il gioco della bottiglia? Emma, Bea la conosco, ma da te non me lo sarei mai aspettato.
- cosa vuoi che ti dica, mi ha portato qui contro la mia volontà!
Si scambiarono un sorriso.
- non perdiamo la concentrazione, dimmi sinceramente perchè è finita, è importante
- non vedo perchè dovrei giustificarmi con te.
- non ti ho chiesto di giustificarti, insomma Adriano la mantide ti ha succhiato il cervello?
- mi spieghi perchè ce l'hai tanto con Sabrina?
- mi ha rovinato l'adolescenza.
- l'avevo intuito, ti avverto che quella fase l'hai passata da un po'...
- si vede che non l'ho ancora superata!
- ah, sì, capisco, comunque per tornare al discorso, tecnicamente è andata come vi ha detto Vic, le ho chiesto di sposarmi, lei ha procrastinato per un po' e quando le ho fatto pressione è scoppiata e mi ha detto che non sarebbe mai entrata in una chiesa con me. Punto.
- non potevate continuare a convivere?
- non sarebbe stata la stessa cosa. Sono cresciuto in una famiglia cattolica, i miei si sono sposati in chiesa, mia sorella pure, volevo farlo anche io, crearmi la mia famiglia.
Bea lo osservò con attenzione. Negli occhi di Adriano ardeva una fiamma di dolore.
- pensavi che non essendo sposati se ne sarebbe potuta andare via in qualsiasi momento?
Adriano respirò forte prima di rispondere, la ferita era ancora aperta.
- il succo è che non voleva sposarmi.
- non voleva entrare in chiesa.
- non voleva legarsi veramente, era quello il problema.
- ti ripeto, non voleva farlo in chiesa.
- che vuoi dire?
- che avreste potuto mettere una fottuta firma in comune, se ci tenevi tanto al pezzo di carta.
- non ti seguo.
- lei è terrorizzata dalle chiese, non ci entra, non è mai venuta ad una qualsiasi funzione da quando la conosco, ha saltato il matrimonio di Elide, adesso vuole dare buca anche al battesimo di Arianna.
Adriano si fece pensieroso
- mi ha fatto andare da solo al matrimonio di un collega.
- visto? non eri tu il problema.
- riassumendo, è per caso indemoniata?
Emma tossì per non ridere, Adriano le fece l'occhiolino.
- credo che le sia successo qualcosa, quando era ragazzina, e non l'abbia ancora superata.
- come te con Sabrina?
Adriano ed Emma batterono un cinque facendo innervosire Bea.
- Non sto scherzando, credo davvero che ci sia sotto qualcosa e se tieni ancora a Vic, e non ti sei fatto ottenebrare dal sesso, dovresti darci una mano per scoprirlo.
Emma inarcò il sopracciglio.
- Sabrina mi fa un tiro spietato da anni, tranquilla, tra noi non c'è niente, devo ancora smaltire l'ultima botta.
- L'ho conosciuta 20 anni fa, ho visto di cosa è capace, e tranquilla non ha fatto una bella fine!
- Devi fidarti di me, non ho intenzioni di nessun genere, sono solo uscito a pranzo con una collega, per quanto riguarda Vic dimmi cosa posso fare.
giovedì 8 luglio 2010
Il pozzo dell'anima - 16
Adriano stava per addentare l'hamburger quando Bea si materializzò davanti al tavolino, seguita da Emma. Sabrina tossì, alla visione delle due donne la coca cola le andò quasi di traverso. Bea gustò la scena con soddisfazione.
- Bea, ciao, come stai? Emma! che sorpresa, sì insomma, sedetevi con noi.
Adriano si alzò per farle sedere suscitando il disappunto di Sabrina cui quella simpatica improvvisata delle amiche di Vittoria non preannunciava nulla di buono.
- Beatrix, che combinazione! quanti anni sono trascorsi?
- troppo pochi Sabry, e comunque nessuna coincidenza, sono venuta qui perchè Umberto mi ha detto che Adry pranzava in galleria. Siamo qui per parlare con te, di Vic!
Quel nome fece indispettire ancora di più la poliziotta che si sentì in dovere di rilanciare.
- tristezza per favore va via, non vorrete atapirarmi il collega? sto facendo i salti mortali per farlo riprendere dalla crisi sentimentale, e ci ero quasi riuscita!
- non ho dubbi, apprezzo gli sforzi, il tuo altruismo è commovente, però dobbiamo parlargli lo stesso!
- Cosa dovete dirmi di urgente su Vittoria?
- Non ho intenzione di parlarne davanti a lei.
Adriano scambiò uno sguardo sorpreso con Emma. Sabrina non potè trattenersi ed esclamò:
- fammi capire, siete venute ad interrompere il pranzo e io dovrei alzarmi ed andare via per non disturbare la vostra chiacchierata?
- tranquilla, possiamo aspettare il caffè, anzi Emma che ne dici se prendiamo anche noi due hamburger?
- no grazie, io certe porcherie non le mangio nemmeno sotto tortura.
Bea trafisse l'amica con uno sguardo infuocato.
- ok, allora facciamo due insalate? ti do il mio portafogli puoi fare tu? intanto io mi intrattengo con loro.
Emma temeva che lasciare le due donne sedute allo stesso tavolo fosse un rischio troppo grosso, non volle trasgredire l'ordine e andò al banco ad ordinare.
Intanto Sabrina, piccata per l'atteggiamento di Bea, non aveva intenzione di mollare la presa e si preparò ad un altro attacco.
- Come siamo ostili, dopo tanto tempo che non ci vediamo, non sarai ancora arrabbiata per faccende adolescenziali?
Bea le rivolse uno sguardo sprezzante senza risponderle e si voltò verso Adriano. Sabrina convinta di aver segnato un punto continuò imperterrita.
- Non sei cambiata per niente, sei identica a quando andavamo a scuola, anche se non porti più l'apparecchio.
Bea fissava il portatovaglioli, valutando se schiantarlo sulla fronte di Sabrina avrebbe ottenuto il risultato di farla stare zitta.
- Forse anche la testa è rimasta quella che avevi a 15 anni.
La misura era colma.
- e scommetto che tu dopo essere stata il materasso su cui si sdraiavano tutti i maschi del liceo adesso sei diventata quello ufficiale della questura!
Sabrina avvampò.
- porta rispetto per la divisa che porto.
Bea le lanciò uno sguardo di sfida.
- credimi, è l'unico rispetto che ti posso portare, e non fare la poliziotta cattiva, non sei in pausa?
Emma fece un cenno con gli occhi ad Adriano perchè intervenisse.
- Per favore finitela, non siete più al liceo. Bea dimmi il motivo per cui siete venute a cercarmi.
- come ho già detto, non intendo farlo davanti a lei.
- e io non intendo mandare via la persona con cui sono uscito a pranzo per parlare di una persona che non ha più nulla a che fare con la mia vita, come la mettiamo?
Sabrina ghignò soddisfatta.
- oddio, è bastata un'ora perchè ti facesse il lavaggio del cervello? Neanche tu sei cambiata, dopotutto!
- Adriano, dille qualcosa sennò giuro che non rispondo delle mie azioni.
Bea motteggiò l'antagonista. Sabrina si trattenne dall'impulso di accapigliarsi.
Emma socchiuse gli occhi come per evitare di vedere quello che sarebbe accaduto dopo.
- nessuno mi ha fatto proprio niente, perchè non vi date una calmata, tutte e due, e vi comportate come persone della nostra età. Se avete qualche rancore antidiluviano chiaritelo in altra sede, sono venuto a pranzare e non voglio rovinarmi l'unica ora di pausa.
Bea pensò di aver fatto la scelta giusta, se avesse raccontato a Adriano qual era il problema era certa che le avrebbe aiutate a risolverlo.
- Bea, ciao, come stai? Emma! che sorpresa, sì insomma, sedetevi con noi.
Adriano si alzò per farle sedere suscitando il disappunto di Sabrina cui quella simpatica improvvisata delle amiche di Vittoria non preannunciava nulla di buono.
- Beatrix, che combinazione! quanti anni sono trascorsi?
- troppo pochi Sabry, e comunque nessuna coincidenza, sono venuta qui perchè Umberto mi ha detto che Adry pranzava in galleria. Siamo qui per parlare con te, di Vic!
Quel nome fece indispettire ancora di più la poliziotta che si sentì in dovere di rilanciare.
- tristezza per favore va via, non vorrete atapirarmi il collega? sto facendo i salti mortali per farlo riprendere dalla crisi sentimentale, e ci ero quasi riuscita!
- non ho dubbi, apprezzo gli sforzi, il tuo altruismo è commovente, però dobbiamo parlargli lo stesso!
- Cosa dovete dirmi di urgente su Vittoria?
- Non ho intenzione di parlarne davanti a lei.
Adriano scambiò uno sguardo sorpreso con Emma. Sabrina non potè trattenersi ed esclamò:
- fammi capire, siete venute ad interrompere il pranzo e io dovrei alzarmi ed andare via per non disturbare la vostra chiacchierata?
- tranquilla, possiamo aspettare il caffè, anzi Emma che ne dici se prendiamo anche noi due hamburger?
- no grazie, io certe porcherie non le mangio nemmeno sotto tortura.
Bea trafisse l'amica con uno sguardo infuocato.
- ok, allora facciamo due insalate? ti do il mio portafogli puoi fare tu? intanto io mi intrattengo con loro.
Emma temeva che lasciare le due donne sedute allo stesso tavolo fosse un rischio troppo grosso, non volle trasgredire l'ordine e andò al banco ad ordinare.
Intanto Sabrina, piccata per l'atteggiamento di Bea, non aveva intenzione di mollare la presa e si preparò ad un altro attacco.
- Come siamo ostili, dopo tanto tempo che non ci vediamo, non sarai ancora arrabbiata per faccende adolescenziali?
Bea le rivolse uno sguardo sprezzante senza risponderle e si voltò verso Adriano. Sabrina convinta di aver segnato un punto continuò imperterrita.
- Non sei cambiata per niente, sei identica a quando andavamo a scuola, anche se non porti più l'apparecchio.
Bea fissava il portatovaglioli, valutando se schiantarlo sulla fronte di Sabrina avrebbe ottenuto il risultato di farla stare zitta.
- Forse anche la testa è rimasta quella che avevi a 15 anni.
La misura era colma.
- e scommetto che tu dopo essere stata il materasso su cui si sdraiavano tutti i maschi del liceo adesso sei diventata quello ufficiale della questura!
Sabrina avvampò.
- porta rispetto per la divisa che porto.
Bea le lanciò uno sguardo di sfida.
- credimi, è l'unico rispetto che ti posso portare, e non fare la poliziotta cattiva, non sei in pausa?
Emma fece un cenno con gli occhi ad Adriano perchè intervenisse.
- Per favore finitela, non siete più al liceo. Bea dimmi il motivo per cui siete venute a cercarmi.
- come ho già detto, non intendo farlo davanti a lei.
- e io non intendo mandare via la persona con cui sono uscito a pranzo per parlare di una persona che non ha più nulla a che fare con la mia vita, come la mettiamo?
Sabrina ghignò soddisfatta.
- oddio, è bastata un'ora perchè ti facesse il lavaggio del cervello? Neanche tu sei cambiata, dopotutto!
- Adriano, dille qualcosa sennò giuro che non rispondo delle mie azioni.
Bea motteggiò l'antagonista. Sabrina si trattenne dall'impulso di accapigliarsi.
Emma socchiuse gli occhi come per evitare di vedere quello che sarebbe accaduto dopo.
- nessuno mi ha fatto proprio niente, perchè non vi date una calmata, tutte e due, e vi comportate come persone della nostra età. Se avete qualche rancore antidiluviano chiaritelo in altra sede, sono venuto a pranzare e non voglio rovinarmi l'unica ora di pausa.
Bea pensò di aver fatto la scelta giusta, se avesse raccontato a Adriano qual era il problema era certa che le avrebbe aiutate a risolverlo.
quarto giorno di ferie (alla ricerca di un paio di scarpe)
i saldi iniziano ufficialmente domani ma i commercianti, visto che non si batte un chiodo, praticano sconti e "vendite promozionali" da almeno una ventina di giorni
Oggi ho vagato per le strade cittadine in lungo e in largo, ho percorso chilometri, e non ho trovato un paio di scarpe che mi facessero sussultare, porca paletta!
Domani mi applicherò dal mattino presto
Premio Dardos
Apro il blog e sorpresa! ho ricevuto inaspettatamente questo premio dalla cara Scix che ringrazio di tanto onore. E' un riconoscimento che viene consegnato ai blogger che hanno dimostrato impegno nel trasmettere valori culturali etici, letterari o personali... (al che nasce spontanea la domanda: Scix, che blog hai visto?!) Grata di tal onorificenza mi appresto a divulgare il regolamento che prevede di
a) visualizzare il logo del premio (vedi diapositiva in alto)
b) linkare il blog che ci ha attribuito il premio (fatto)
c) elencare/linkare altri 15 blog ritenuti meritevoli (vedi elenco in calce)
d) avvertire i suddetti nei rispettivi blog affichè ricevano il premio (vado!)
Personalmente detesto le catene, stavolta non mi esimo dal partecipare e assegno il premio ad altrettanti blog (solo 15?) che seguo con piacere, la scelta è molto ardua, mi dispiace per coloro che non saranno menzionati, non c'è un ordine di preferenza, ognuno ha una motivazione personale. Molti ne riceveranno sicuramente più di uno!
- Daisy
- Mammachetesta
- Pensiericannibali
- Senzatroppepretese
- Scusi Scende
- Finoinfondo
- Puntinipuntiniepuntine
- Calzino
- Biondatinta
- Eileen
- Blueberrymood
- Only1photo
- Baol
- La segretari@imperfetta
- Grace(maGLAMOUR)(ma NANA) torna in VAL GINA da Will (ma GLAMOUR) (ma ETERO)
mercoledì 7 luglio 2010
Il pozzo dell'anima - 15
Carla rientrò nella stanza con due tazze di thè. La donna notò lo sguardò assorto della figlia e provò a stimolarla facendo domande sul lavoro e l'ultimo viaggio. Carla raccontò la riunione con le amiche, l'imminente battesimo di Arianna e il divertente aneddoto della repulsione di Vittoria per la chiesa. La donna spalancò gli occhi come se avesse visto in faccia il diavolo. Quel particolare non sfuggì a Carla che la incalzò chiedendole se conosceva un motivo per cui l'amica potesse essere così terrorizzata all'idea di entrare in un luogo sacro. La donna annuì con energia. Erano passati anni, la memoria mangiata dal morbo l'aveva abbandonata più volte ma un ricordo era rimasto saldato nella sua testa: il pianto di Vittoria il giorno del funerale di quel bambino trovato giù dalla riva nel canneto. Una vera e propria crisi di panico. Quella ragazzina, compagna di banco della figlia, così dolce e forte al tempo stesso, al passaggio del feretro sul sagrato della chiesa era impazzita e aveva cominciato a dimenarsi come un'ossessa. Paola si era domandata più volte, anche negli anni a venire, cosa era scattato in quella testolina per farla schizzare in quel modo, qual era stato il momento, o il particolare, che aveva innescato la bomba. Dopo il racconto della madre Carla mise insieme i pezzi e iniziò a ricordare quel ragazzino magro, ossuto. Più alto degli altri bambini della sua età. Le venne in mente il giorno della comunione, in terza elementare. Il saio bianco con due bande verticali rosse che li faceva somigliare a tanti piccoli crociati, il crocifisso di legno scuro appeso al collo. Tutti in fila con in mano un fiore bianco, simbolo di purezza, Carla portava un giglio, accanto a lei c'era Tiziano con una calla. Era bravo in matematica, aveva un sacco di amici ed era un piccolo campione di calcio. Ricordò le parole di don Gino durante l'elogio funebre. Non aveva più pensato a Tiziano Rivolta, da almeno venticinque anni. Non ricordava nemmeno la sua esistenza. Ed ora visualizzava perfettamente la scena di Vittoria, disperata che non voleva entrare in chiesa, mentre i suoi genitori cercavano di calmarla. Per un po' di tempo si era domandata il motivo di quella reazione, poi la scuola era finita, era andata in colonia sul lago, Vic in montagna e al loro ritorno tutto era rientrato nella normalità, i genitori di Tiziano si erano trasferiti nel nord est e lei non ci aveva più pensato.
terzo giorno di ferie
martedì 6 luglio 2010
Il pozzo dell'anima - 14
La donna sedeva in poltrona, appoggiò il libro sul tavolo e si voltò per guardare la figlia. Per un lungo istante fissò Vittoria in silenzio, dopodichè iniziò a parlare.
- Tiziano Rivolta era un ragazzino della tua età, non eravate nella stessa classe, lui era nella sezione B, però facevate ginnastica insieme. L'anno della comunione, più o meno alla fine di aprile sparì. Quel pomeriggio eravate insieme a catechismo nell'oratorio. Lo cercarono ovunque, per tutta la città. Lo trovarono il giorno successivo: tornando a casa aveva avuto un incidente. Si ruppe l'osso del collo cadendo da una rupe, e tu da quel giorno non sei più voluta tornare all'oratorio, nè in parrocchia. Hai sofferto di insonnia per parecchio tempo, e quando riuscivi a dormire avevi incubi. Pensavamo che il motivo fosse perchè era l'ultimo posto dove lo avevi visto vivo, che fossi scioccata e non ti abbiamo forzato in alcun modo. Alla fine dell'anno scolastico ti portammo in montagna dove rimanesti fino a settembre e quando tornasti non dissi più una parola al riguardo, chiedemmo di esonerarti dalle lezioni di religione così in quinta elementare non prendesti la cresima.
- hai detto che si è trattato di un incidente, è stato investito?
- Sui giornali scrissero che era scivolato mentre prendeva una scorciatoia, la sua mamma disse che passava sempre nel canneto, abitava dall'altra parte del fiume, ogni tanto se non vi stavamo dietro come segugi correvate sul greto per dare da mangiare alle anatre, era un bambino, non fu abbastanza attento.
- Quindi da quando è mancato io non sono più entrata in chiesa...
- è andata così.
- i suoi genitori abitano sempre là?
- no, si trasferirono subito dopo l'incidente. Era troppo penoso restare qui.
- Furono fatte tutte le indagini?
- non fu necessario, il medico legale stabilì ora e causa della morte e dopo un paio di giorni ci fu il funerale.
- io non andai, vero?
- la tua prima crisi isterica avvenne proprio quel giorno.
Dal tono della donna Vittoria capì che il ricordo era doloroso anche per lei, nonostante il tempo trascorso; posò un bacio sulla fronte della madre, afferrò una scatola colma di agende, la borsa, passò dall'orto per salutare il padre e salì sull'auto. Quella sera avrebbe confidato al suo quaderno rosso tutte le emozioni ed i ricordi che le avevano attraversato la mente.
- Tiziano Rivolta era un ragazzino della tua età, non eravate nella stessa classe, lui era nella sezione B, però facevate ginnastica insieme. L'anno della comunione, più o meno alla fine di aprile sparì. Quel pomeriggio eravate insieme a catechismo nell'oratorio. Lo cercarono ovunque, per tutta la città. Lo trovarono il giorno successivo: tornando a casa aveva avuto un incidente. Si ruppe l'osso del collo cadendo da una rupe, e tu da quel giorno non sei più voluta tornare all'oratorio, nè in parrocchia. Hai sofferto di insonnia per parecchio tempo, e quando riuscivi a dormire avevi incubi. Pensavamo che il motivo fosse perchè era l'ultimo posto dove lo avevi visto vivo, che fossi scioccata e non ti abbiamo forzato in alcun modo. Alla fine dell'anno scolastico ti portammo in montagna dove rimanesti fino a settembre e quando tornasti non dissi più una parola al riguardo, chiedemmo di esonerarti dalle lezioni di religione così in quinta elementare non prendesti la cresima.
- hai detto che si è trattato di un incidente, è stato investito?
- Sui giornali scrissero che era scivolato mentre prendeva una scorciatoia, la sua mamma disse che passava sempre nel canneto, abitava dall'altra parte del fiume, ogni tanto se non vi stavamo dietro come segugi correvate sul greto per dare da mangiare alle anatre, era un bambino, non fu abbastanza attento.
- Quindi da quando è mancato io non sono più entrata in chiesa...
- è andata così.
- i suoi genitori abitano sempre là?
- no, si trasferirono subito dopo l'incidente. Era troppo penoso restare qui.
- Furono fatte tutte le indagini?
- non fu necessario, il medico legale stabilì ora e causa della morte e dopo un paio di giorni ci fu il funerale.
- io non andai, vero?
- la tua prima crisi isterica avvenne proprio quel giorno.
Dal tono della donna Vittoria capì che il ricordo era doloroso anche per lei, nonostante il tempo trascorso; posò un bacio sulla fronte della madre, afferrò una scatola colma di agende, la borsa, passò dall'orto per salutare il padre e salì sull'auto. Quella sera avrebbe confidato al suo quaderno rosso tutte le emozioni ed i ricordi che le avevano attraversato la mente.
Instant karma # 51
Mi dimettono, torno in via Pernice 16, nel mio appartamento con terrazza sul golfo, tra le mie cose, alla mia realtà. Devo chiamare gli amici, al lavoro, i colleghi, per giorni non ho fatto che pensare a questo momento, ed ora che mi hanno dato il lasciapassare sono trattenuta, come se la mia permanenza qui non fosse davvero terminata. Vorrei salutare la nuova vicina di letto, con cui non ho scambiato neanche una parola, e rivedere Giulia, che nei miei deliri post operatori credevo fosse Camilla, sapere che sta bene. Lo ammetto, cerco ancora di sapere se quel medico bellissimo che non mi ha mai fatto la medicazione, è un altro frutto della mia immaginazione, probabilmente distorta dai farmaci o esiste davvero. Francesca ha preso le mie cose e mi accompagna all'ascensore. Ho salutato le infermiere di turno, fatto un cenno con la testa alle persone che ho incontrato. Ci fermiamo al bar del piano terra per un caffè quando tra la calca avverto un viso che conosco e odo una voce famigliare, una donna, alta, sorride mentre me la ricordo seria. Ha i capelli legati, osservo le mani quando stringe la tazza di caffè. Conosco quel gesto. Chiedo a Francesca se la conosce. Non l'ha mai vista. So che ha qualcosa a che fare con me, non so come, chiedo di avvicinarci quando la donna si volta, sorride e mi chiede come sto. Sono confusa, lei sa chi sono ma io non so chi è.
- Sono l'anestesista, non si ricorda? La trovo bene, esce oggi?
D'un tratto ho il flash del giorno dell'intervento. La sala azzurra in cui mi hanno somministrato la preanestesia, un orologio enorme su cui cercavo di mettere a fuoco la lancetta mentre i secondi diventavano lenti e la testa pesante, in sottofondo un discorso lungo e articolato su una rivalità tra donne innamorate dello stesso uomo, di un tradimento, un incidente, una carriera stroncata sul nascere e tanto livore misto a dispiacere. Nomi che adesso sembrano scritti su carta, in fila, come personaggi di un copione, una storia che ha preso forma nella mia testa mentre qualcuno giocava col mio cervello. Riconosco la voce narrante, quella che credevo fosse la mia. Non erano miei ricordi, non si trattava di me. Non ho mai avuto un fidanzato di nome Matteo, e nessuna che mi odiasse al punto da volermi investrire con l'auto. Ho assimilato i discorsi che ho ascoltato in fase incoscia, li ho elaborati e ne ho tratto una versione adatta a me. Ho sostituito questa realtà alla mia, escludendo tutto il resto. Sorrido perchè ho capito. Annuisco alla sua domanda. Esco oggi e vado a riprendermi la mia vita
CONTINUA
riproduzione vietata®
- Sono l'anestesista, non si ricorda? La trovo bene, esce oggi?
D'un tratto ho il flash del giorno dell'intervento. La sala azzurra in cui mi hanno somministrato la preanestesia, un orologio enorme su cui cercavo di mettere a fuoco la lancetta mentre i secondi diventavano lenti e la testa pesante, in sottofondo un discorso lungo e articolato su una rivalità tra donne innamorate dello stesso uomo, di un tradimento, un incidente, una carriera stroncata sul nascere e tanto livore misto a dispiacere. Nomi che adesso sembrano scritti su carta, in fila, come personaggi di un copione, una storia che ha preso forma nella mia testa mentre qualcuno giocava col mio cervello. Riconosco la voce narrante, quella che credevo fosse la mia. Non erano miei ricordi, non si trattava di me. Non ho mai avuto un fidanzato di nome Matteo, e nessuna che mi odiasse al punto da volermi investrire con l'auto. Ho assimilato i discorsi che ho ascoltato in fase incoscia, li ho elaborati e ne ho tratto una versione adatta a me. Ho sostituito questa realtà alla mia, escludendo tutto il resto. Sorrido perchè ho capito. Annuisco alla sua domanda. Esco oggi e vado a riprendermi la mia vita
CONTINUA
riproduzione vietata®
lunedì 5 luglio 2010
[cinema] Genova
domenica 4 luglio 2010
beach life
Non imparo mai, eppure non sono una ragazzina! ieri al mare ho spalmato la crema protettiva solo in alcuni punti, mentre in altri, con la presunzione tipica della "gente di mare" ho pensato di non applicarla, visto che ero già abbronzata, risultato: mi sono ustionata! con la protezione 30!
oggi alzo la protezione e ci riprovo.
Questo caldo africano che affligge i più, a me procura un certo sollazzo. Memore di tutto il freddo imbarcato in questo inverno eterno, se facesse così caldo almeno fino ad ottobre, non mi dispiacerebbe affatto.
see you later guys
sabato 3 luglio 2010
venerdì 2 luglio 2010
[cinema] a proposito di Razzie Award "All about Steve"
mood decisamente in rialzo
Sono ufficialmente in ferie dalle 19.33 di questa sera
Mi sono fermata un'ora in più per mettere a posto le ultime cose
(sperando che in mia assenza non succeda qualche casino irreparabile)
è una deformazione professionale
la prossima settimana se il caldo africano resisterà
(cosa che prego con tutto il cuore)
mi dedicherò all'ozio smodato: spiaggia, ipod e qualche libro per passare il tempo.
Nessun progetto e nessuna preclusione, il cellulare spento, nessun orario da rispettare per
svegliarsi, mangiare, dormire.
Libera come l'aria
Mi sono fermata un'ora in più per mettere a posto le ultime cose
(sperando che in mia assenza non succeda qualche casino irreparabile)
è una deformazione professionale
la prossima settimana se il caldo africano resisterà
(cosa che prego con tutto il cuore)
mi dedicherò all'ozio smodato: spiaggia, ipod e qualche libro per passare il tempo.
Nessun progetto e nessuna preclusione, il cellulare spento, nessun orario da rispettare per
svegliarsi, mangiare, dormire.
Libera come l'aria
se rinasco un'altra volta (potrebbe diventare una rubrica)
mhm (non è un sospiro, è un'esclamazione!)
ci stava bene anche sgrunt
va bè, l'immagine rende l'idea del mood del momento
ho sempre detto che tra enti pubblici e poste in quanto a fancazzisti se la giocano....
naaaa
su tutte vince l'Asl (azienda sanitaria locale)
ho preso un numero, fatto la coda per sapere che non dovevo farla, mi hanno mandato ad uno sportello chiuso dove un cartello diceva di rivolgersi al punto informativo nell'atrio, che era scoperto per lo sciopero indetto dalla CGIL contro l'ennesima manovra finaziaria!
Dopo più giri della carta nei tubi (carta è un eufemismo, ovviamente) dicono di ritornare LUNEDI'
Fanculo, se rinasco vado a lavorare lì!
giovedì 1 luglio 2010
[cinema] Il maledetto United
Storia vera tratta dal romanzo di David Peace, interpretata da un cast notevole (Timothy Spall, Colm Meaney e Jim Broadbent) protagonista Michael Sheen amato vampiro (Saga Underworld e Twilight) perfetto nel ruolo di David Frost in Frost/Nixon il duello (altro filmone) e di Tony Blair in The Queen di Stephen Frears, che inizialmente doveva dirigere questo film poi ha abbandonato il progetto, realizzato nel 2009 dal regista britannico Tom Hooper.
Narra la storia del più grande allenatore di Inghilterra.
Arrogante, ambizioso, afflitto da un fortissimo complesso di inferiorità nei confronti Don Revie prestigioso allenatore del Leeds United, Brain Clough lavora sodo per dimostrare il suo valore insieme al suo braccio destro Peter Taylor, porta il club Derby County dagli ultimi posti della 2* divisione al vertice della 1* surclassando l'eterno rivale; quando questi lascia la panchina del Leeds per andare ad allenare la nazionale inglese, gli viene proposto di sostituirlo. Dovrebbe essere il momento del riscatto invece, pur essendo superiore per tecnica e fair play e nonostante l'atteggiamento e gli sforzi non entrerà mai nel cuore dei giocatori, ancorati ai metodi del mai dimenticato "paparino". Resterà sulla panchina solo 44 giorni, suscitando le ire dei dirigenti per il flop, dei tifosi per la mancanza di risultati e questa esperienza gli permetterà di entrare nella storia.
BELLO******
Iscriviti a:
Post (Atom)