Silvestri, seduto alla scrivania, osservò attentamente il comportamento della donna nella condizione di trance. Annotò ogni singolo particolare per tracciare un profilo e individuare il codice ipnotico a cui ricorrere per avere accesso ai suoi ricordi. Aveva trovato la chiave e camminava tra i ricordi di Vittoria.
- Riesce a dirmi dove si trova adesso? può descrivere l'ambiente?
Vittoria rivisse quello che doveva essere stato un tranquillo pomeriggio al doposcuola, quando
udì fuori campo una voce, poi vide un'immagine, sempre la stessa, che non riusciva a decodificare e comprendere, e sentì la presenza di un gatto, che era certa fosse un simbolo e non un animale vero. Corto circuito emotivo. Come una pellicola bruciata, il film si interrompeva sempre allo stesso fotogramma. Silvestri capì d'aver perso il contatto e interruppe il processo.
- Facciamo un passo indietro.
La voce dello psichiatra, monocorde, lieve come un sibilo, la fece sussultare.
- Scusi cos'ha detto?
Vittoria si guardò intorno sconcertata. L'uomo la fissò calmo e accennò un sorriso. Quello sguardo la fece rabbrividire. Si guardò intorno alla ricerca di un'orologio. Aveva tolto quello da polso su richiesta dello psichiatra. Non riusciva a capire da quanto tempo era nello studio ed un terribile senso d'ansia iniziò ad opprimerla. Chiese un bicchiere d'acqua. Dopo aver bevuto riprese a respirare normalmente. Di colpo la sensazione di essere seduta da ore nella stessa posizione, si alzò per stirarsi. L'uomo sedette nuovamente e ricominciò a scrivere senza prestarle attenzione. Vittoria domandò quando sarebbe iniziata la vera e propria ipnosi ma non ottenne risposta. Indispettita dall'atteggiamento incurante dell'uomo finse interesse per i testi disposti nella libreria in ordine di misura, colore e numerazione. Silvestri, imperturbabile, riempì una pagina con la sua calligrafia irregolare poi sollevò lo sguardo per intercettarla, la raggiunse e le consegnò un talloncino con l'orario dell'appuntamento seguente. Vittoria incassò senza ribattere, mise il biglietto in tasca senza leggerlo, strinse la mano al medico prese il cappotto e la borsa ed uscì. Nello stesso ascensore, usato poco tempo prima, osservò allo specchio gli occhi stanchi e trovò riflessa un'immagine lievemente diversa ma non ci badò. Uscendo dal palazzo andò con passo spedito verso il parcheggio, incontrò gli occhi di una donna dai capelli tiziano, tirò dritto, si infilò nella sua auto e guidò fino a casa con un solo pensiero: andare a dormire. Beatrice, rimase impalata. Vic le era passata davanti e aveva guardato attraverso di lei ma non l'aveva vista, o non l'aveva riconosciuta?! L'ipnosi aveva funzionato.
CONTINUA
giovedì 30 dicembre 2010
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Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!
RispondiEliminabuon natale anche a te, bellisima!! :D
RispondiEliminamolti baci!
O MIO DIO...
RispondiElimina..che bello, oggi ne ho letti due di seguito..un modo favoloso di iniziare questo 2011, ma tra i tuoi propositi per l'anno nuovo c'è anche quello di finire Istant Karma?!
RispondiEliminaA marzo vengo su! Mille auguri a te e al principe! fede