giovedì 27 gennaio 2011

il pozzo dell'anima - 45

Durante il tragitto Emma e Beatrice scambiarono impressioni sulla faccenda, provando ad immaginare la situazione che avrebbero trovato al loro arrivo. La madre di Vittoria allo squillare del citofono sussultò. Il marito si precipitò ad aprire.
- Si è presentata intorno alle 18.30, ha detto che aveva sonno. Non so dirti se è stato lo sguardo, o il modo in cui cammina, ha degli atteggiamenti stranissimi, mi ha ricordato quando era bambina, anche la voce, è impressionante.
La donna era visibilmente scossa. Emma cercò di spiegarle, senza allarmarla.
- Oggi è andata da uno psichiatra, per una seduta di ipnosi. E' probabile che sia ancora sotto l'effetto della regressione. Abbiamo chiamato il dottore che le gliel'ha praticata, per privacy non ha potuto entrare nei particolari, però ha detto di non preoccuparci, c'è una chiave, un meccanismo per sbloccare questa trance. Adesso è in camera?
- L'abbiamo lasciata riposare come hai detto tu. Vi abbiamo aspettato, adesso cosa devo fare?
- Chiamala e dille che sono qui.
Emma si sistemò dietro a Beatrice, che la guardò confusa.
- cosa stai facendo?
- voglio solo vedere una cosa, non ti preoccupare.
- se esce dalla stanza con le trecce e un vestitino da bambina mi verrà un infarto, ti avverto.
- mhm, tu e i tuoi film horror, lo sapevo che a lungo andare avresti subito ripercussioni emotive!
Lorenza chiamò a gran voce Vittoria, annunciando la cena. Aggiunse che era arrivata Emma. Vittoria aprì la porta, sul viso l'entusiasmo da bambina, e la voce leggermente più stridula. Quando si trovò davanti Beatrice, per una frazione di secondo si bloccò, vide Emma dietro le sue spalle, il semplice contatto visivo non bastò, quando l'amica disse
- ciao Vic, tutto bene?
qualcosa scatto ed esclamò, con la solita voce
- ehilà donne, che ci fate qui?
I genitori, uno in soggiorno, l'altra nel tinello, assistettero alla scena allibiti. Bea deglutì poi sorrise. Come con uno schiocco di dita l'ipnosi era svanita.

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Quando i genitori e le amiche raccontarono cosa era successo Vittoria rimase turbata
- Mi dispiace, non avrei voluto farvi spaventare.
- Figurati, se lo avessimo saputo avremmo reagito nel modo giusto, non capivamo se era uno scherzo oppure se ti era successo qualcosa di grave.
Lorenza con gli occhi lucidi abbracciò la figlia, lieta che la situazione fosse rientrata nella norma. Il marito confermò che il comportamento di Vittoria era davvero inquetante.
- Raccontaci com'è andata da Silvestri. Com'è?
- Giovanile, piacevole, preparato. Non so dirvi quanto sono stata da lui, mi ha fatto domande, ho parlato della mia vita attuale, mi ha fatto camminare per lo studio, lui scriveva poi ogni volta che gli passavo davanti mi toccava, nel senso che mi dava dei colpetti sulla spalla, in verità ero persino scocciata, anzi, adesso che mi ci fate pensare mi sembrava di perdere tempo, mi ha dato un biglietto con il prossimo appuntamento, ha chiesto se avevo programmi per la serata, e se avrei visto qualcuna delle mie amiche, gli ho detto che sarei andata a casa subito perchè avevo dormito poco e avevo un sonno bestia, e le avrei sicuramente sentite al telefono, mi ha chiesto quali di loro frequentavo alle elementari, gli ho fatto il tuo nome...e ha detto, "allora quando sentirà la voce di Emma tornerà tutto come prima"
- cazzo, questo Silvestri è un genio assoluto!
Sentenziò Beatrice con la solita verve.
- è evidente che il suo trattamento ha funzionato.
- io però non ricordo niente di particolare su Tiziano, non mi è venuto neanche in mente!
Lorenza si alzò e andò nella stanza che un tempo era di Vittoria.
- non so se è importante, ma continuavi a scarabocchiare su questo bloc notes. Può servirvi?
Le tre donne si voltarono e videro la pagina pasticciata con la biro blu, la grafia da bambina, un gatto disegnato, e il nome Spillo scritto dozzine di volte. A quel punto scattò qualcosa e Vittoria rimase incantata.

CONTINUA

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