Nulla da dichiarare tranne lo scazzo imperante

Certi giorni è come tornare indietro, ai tempi della scuola: quando una sorta di sesto senso mi avvertiva che avrebbero interrogato a tappeto ed io, ovviamente, non avevo studiato una mazza. Mai successo? ah, secchioni? beati voi, a me spesso, ed erano storie tese, garantisco. Dalla mia ho sempre avuto quella vena autistica che mi ha cavato d'impiccio più di una volta, aprivo il libro, davo un'occhiata, memorizzavo fotograficamente la pagina, fissavo in testa i punti salienti, e con la dialettica che mi contraddistingue me la cantavo, e me la suonavo fino ad ubriacare i professori. Andava bene 2 volte su 3. Se non conoscevo l'argomento era come masticare bulloni: in ansia dall'ora della sveglia, paranoia totale fino alla lezione, e per assurdo principio fisico, usciva sempre il mio nome! Peccato non esistesse il teletrasporto. Al lavoro sta succedendo come ai tempi della scuola, sono costantemente sotto esame, ogni parola, azione, documento viene scansionato, sezionato, guardato al microscopio. Siamo tutte sull'attenti ma quella a cui rompono sempre le palle per definizione è la sottoscritta. So di averlo già detto ma sono veramente stufa. 
Uno di questi giorni, con rispetto parlando, li mando tutti a fare in culo, e non se parla più.