martedì 6 luglio 2010

Il pozzo dell'anima - 14

La donna sedeva in poltrona, appoggiò il libro sul tavolo e si voltò per guardare la figlia. Per un lungo istante fissò Vittoria in silenzio, dopodichè iniziò a parlare.
- Tiziano Rivolta era un ragazzino della tua età, non eravate nella stessa classe, lui era nella sezione B, però facevate ginnastica insieme. L'anno della comunione, più o meno alla fine di aprile sparì. Quel pomeriggio eravate insieme a catechismo nell'oratorio. Lo cercarono ovunque, per tutta la città. Lo trovarono il giorno successivo: tornando a casa aveva avuto un incidente. Si ruppe l'osso del collo cadendo da una rupe, e tu da quel giorno non sei più voluta tornare all'oratorio, nè in parrocchia. Hai sofferto di insonnia per parecchio tempo, e quando riuscivi a dormire avevi incubi. Pensavamo che il motivo fosse perchè era l'ultimo posto dove lo avevi visto vivo, che fossi scioccata e non ti abbiamo forzato in alcun modo. Alla fine dell'anno scolastico ti portammo in montagna dove rimanesti fino a settembre e quando tornasti non dissi più una parola al riguardo, chiedemmo di esonerarti dalle lezioni di religione così in quinta elementare non prendesti la cresima.
- hai detto che si è trattato di un incidente, è stato investito?
- Sui giornali scrissero che era scivolato mentre prendeva una scorciatoia, la sua mamma disse che passava sempre nel canneto, abitava dall'altra parte del fiume, ogni tanto se non vi stavamo dietro come segugi correvate sul greto per dare da mangiare alle anatre, era un bambino, non fu abbastanza attento.
- Quindi da quando è mancato io non sono più entrata in chiesa...
- è andata così.
- i suoi genitori abitano sempre là?
- no, si trasferirono subito dopo l'incidente. Era troppo penoso restare qui.
- Furono fatte tutte le indagini?
- non fu necessario, il medico legale stabilì ora e causa della morte e dopo un paio di giorni ci fu il funerale.
- io non andai, vero?
- la tua prima crisi isterica avvenne proprio quel giorno.
Dal tono della donna Vittoria capì che il ricordo era doloroso anche per lei, nonostante il tempo trascorso; posò un bacio sulla fronte della madre, afferrò una scatola colma di agende, la borsa, passò dall'orto per salutare il padre e salì sull'auto. Quella sera avrebbe confidato al suo quaderno rosso tutte le emozioni ed i ricordi che le avevano attraversato la mente.

2 commenti:

  1. Oddio nemmeno se avessi sparato 12 possibili misteri sarei arrivato a questo!!!!!!!!!!!!!

    E adesso?

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  2. @rospo > bene, vuol dire che non è così prevedibile! sono contenta ;D
    e adesso...ci sto lavorando!

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