mercoledì 7 luglio 2010

Il pozzo dell'anima - 15

Carla rientrò nella stanza con due tazze di thè. La donna notò lo sguardò assorto della figlia e provò a stimolarla facendo domande sul lavoro e l'ultimo viaggio. Carla raccontò la riunione con le amiche, l'imminente battesimo di Arianna e il divertente aneddoto della repulsione di Vittoria per la chiesa. La donna spalancò gli occhi come se avesse visto in faccia il diavolo. Quel particolare non sfuggì a Carla che la incalzò chiedendole se conosceva un motivo per cui l'amica potesse essere così terrorizzata all'idea di entrare in un luogo sacro. La donna annuì con energia. Erano passati anni, la memoria mangiata dal morbo l'aveva abbandonata più volte ma un ricordo era rimasto saldato nella sua testa: il pianto di Vittoria il giorno del funerale di quel bambino trovato giù dalla riva nel canneto. Una vera e propria crisi di panico. Quella ragazzina, compagna di banco della figlia, così dolce e forte al tempo stesso, al passaggio del feretro sul sagrato della chiesa era impazzita e aveva cominciato a dimenarsi come un'ossessa. Paola si era domandata più volte, anche negli anni a venire, cosa era scattato in quella testolina per farla schizzare in quel modo, qual era stato il momento, o il particolare, che aveva innescato la bomba. Dopo il racconto della madre Carla mise insieme i pezzi e iniziò a ricordare quel ragazzino magro, ossuto. Più alto degli altri bambini della sua età. Le venne in mente il giorno della comunione, in terza elementare. Il saio bianco con due bande verticali rosse che li faceva somigliare a tanti piccoli crociati, il crocifisso di legno scuro appeso al collo. Tutti in fila con in mano un fiore bianco, simbolo di purezza, Carla portava un giglio, accanto a lei c'era Tiziano con una calla. Era bravo in matematica, aveva un sacco di amici ed era un piccolo campione di calcio. Ricordò le parole di don Gino durante l'elogio funebre. Non aveva più pensato a Tiziano Rivolta, da almeno venticinque anni. Non ricordava nemmeno la sua esistenza. Ed ora visualizzava perfettamente la scena di Vittoria, disperata che non voleva entrare in chiesa, mentre i suoi genitori cercavano di calmarla. Per un po' di tempo si era domandata il motivo di quella reazione, poi la scuola era finita, era andata in colonia sul lago, Vic in montagna e al loro ritorno tutto era rientrato nella normalità, i genitori di Tiziano si erano trasferiti nel nord est e lei non ci aveva più pensato.

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