lunedì 13 dicembre 2010

il pozzo dell'anima - 40

Il mattino successivo Adriano trovò Vittoria davanti al suo portone, impreparato a quell'incontro si guardò intorno confuso.
- Che succede, perchè sei qui?
- Tuo fratello è tornato, parliamone.
Al suo silenzio Vittoria provò ad incalzarlo.
- Sul serio, ho bisogno di informazioni.
- Noto con piacere che ti è tornata la favella. Con tanti argomenti dobbiamo parlare proprio di Flavio?
- Deluso?
L'uomo provò a fissare il punto della questione.
- Dopo tre mesi di silenzio mi aspettavo qualcosa di più. Comunque è arrivato da meno di 24 ore, cosa può aver fatto?
- niente di allarmante, il suo ritorno ha creato scompiglio tra le mie amiche, volevo sapere quanto si ferma?
- e sei venuta fino qui per chiedermelo? Potevi chiamare. Avrei potuto darti quest'informazione al telefono.
- avevo voglia di prendere un po' d'aria.
Uno sguardo carico di sottintesi rimbalzò tra i due.
- Come hai dormito?
- Benissimo, stanotte abbiamo dormito tutte insieme, per non lasciare sola Carla. Rispondi, non cambiare discorso!
- ha smesso di navigare, credo che il suo rientro sia definitivo.
- hai fretta?
- Sì, ho appuntamento col questore e un paio di dirigenti, adesso.
- è cambiato o è rimasto lo stesso?
Lo sguardo interrogativo la fece spiegare:
- ha sempre una donna in ogni porto?
- Non abbiamo avuto tempo di parlarne. Lo vedrò stasera, se vuoi posso informarmi!
Vittoria accennò un sorriso, riconosceva il tono con cui amava sfotterla.
- Ha chiesto un appuntamento a Bea.
L'espressione sorpresa la colpì.
- sei geloso?
- perchè, dovrei? tu piuttosto, vuoi uscire con loro per farle da chaperon?
Non si scompose e continuò a martellarlo di domande.
- sapevi che aveva baciato Emma ad una festa?
- sì, quel capodanno in montagna.
A quel punto non riuscì a ribattere.
- anche se non ho mai pensato che potesse essere il suo tipo. Ci vedo più una tipa come Carla.
- ieri sera ha confessato di avere avuto un debole per lui.
- dove passa Flavio non cresce più l'erba, alle superiori il telefono squillava a tutte le ore.
- Tre su tre è un'ottima media.
- Posso riferirgli che ha la tua benedizione?
- no, digli che se si comporta male con Bea gli stronco la carriera.
- sarà fatto. Hai bisogno di qualcos'altro o sei venuta solo per parlarmi di lui?
Seguì un silenzio imbarazzato che Vittoria interruppe subito.
- no, volevo vederti e ho trovato questa scusa. Originale, non credi?
Gli occhi negli occhi. Il battito accelerato. Le distanze si accorciano. La voglia di stringersi senza dover trovare scuse e giustificazioni prende il sopravvento. Ma la realtà, prepotente, rimette al proprio posto i personaggi della storia. L'attimo è spezzato. Le distanze si dilatano. Ognuno riprende il suo viaggio.
- Scusami, adesso devo proprio andare, tu però chiamani per qualsiasi cosa, ok?
Adriano salì sull'auto, accese il motore ed uscì dal parcheggio, Vittoria sorrise con gli occhi e lui ripensò alle mattine in cui si salutavano prima di andare al lavoro. Prima di imboccare il vialetto diede un'occhiata nello specchietto retrovisore e la vide in piedi accanto alla sua utilitaria. L'istinto gli diceva di inchiodare e tornare indietro, il senso di responsabilità e la ragione spostarono il suo sguardo sulla strada e sparì nel traffico mattutino.

CONTINUA

5 commenti:

  1. Odio il senso di responsabilità e la ragione. Mi hanno appena fatto sprecare un'occasione...facciamo che a loro due vada meglio? Ti prego....fai felice il mio romanticismo!!!!

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  2. un saluto veloce alla bloggher più carina che c'è! ;)

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  3. Bello..bellissimo, non vedevo l'ora di leggere di un riavvicinamento tra loro!!

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  4. Ma fanculo al senso di responsabilità!!!!!!!!! :-D

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