domenica 29 luglio 2012

How to save a life?

Io e A ci conosciamo dalle scuole medie. Stessa età, stessa compagnia di amici. Praticamente siamo diventate grandi insieme. Molto diverse ma in sintonia. Non sempre ho condiviso il suo modo di pensare e di vivere, e se per lavoro sono stata lontana e la vita ci ha portato in posti diversi, con diverse compagnie l'amicizia che ci lega non è mai stata messa in dubbio. A. è  una persona sensibile, una roccia esteriormente, molto fragile dentro. Negli ultimi anni la sua vita ha preso una piega triste: A. è sola, senza una persona accanto, ha preso una serie di cantonate in ambito sentimentale, ha incontrato persone ipocrite e opportuniste che si sono spacciate da amiche e che nel momento del bisogno le hanno voltato le spalle. Da alcuni anni è stata risucchiata in un vortice autodistruttivo, alterna momenti di depressione profonda a scompensi maniacali, ha assunto medicinali per dimagrire e poi è aumentata tre volte tanto. Affoga i dispiaceri nell'alcool. Le analisi del sangue denuciano uno metabolismo scombinato e alterazioni gravi in tutti i valori eppure non ha la forza nè lo stimolo di uscirne fuori. Non incontravo A. da tempo, orari e ritmi diversi, ci mandavamo i saluti attraverso mio padre che abita nello stesso paese ed ogni tanto la incontra. Qualche mese fa incontrai la madre e mi raccontò la situazione, provai a chiamarla ma il telefono era spento, le scrissi un messaggio per salutarla, non rispose. Dissi alla donna che in qualsiasi momento avesse avuto bisogno di me sarebbe bastato uno squillo. 
Venerdì sera la madre ha ricevuto una sua telefonata. Non riusciva a capire cosa dicesse, aveva la voce impastata e piangeva. Si è presentata al lavoro in uno stato alterato, era già accaduto martedì e il principale le aveva detto di tornare a casa a smaltire la sbronza, la seconda volta l'ha mandata via dicendole che è licenziata! Per la disperazione ha dato fondo ad una bottiglia di vodka liscia. Ieri mattina abbiamo tentato di farla ricoverare. Sono entrata con i paramedici nel monolocale dove vive e mi si è stretto il cuore. Alle pareti le foto di quando era ragazza, bellissima, in forma, sorridente. Poi l'ho vista sdraiata a letto, gonfia, informe, sotto al comodino una vaschetta colma d'acqua, le lenzuola sporche di vomito. Stava fumando, aveva gli occhi a fessura e si guardava intorno stupita della presenza dei volontari, inveiva contro la madre colpevole di averla tradita, biascicava parole mentre le sgorgavano le lacrime. Irriconoscibile. Aveva la saturazione del sangue bassissima, i valori completamente sballati, era cosciente e lucida anche se non completamente, continuava a giustificare il suo stato dicendo che era depressa. I volontari, in contatto col 118 che chiedeva di monitorare i valori, hanno cercato di convincerla a farsi ricoverare per accertamenti, sono stati più di mezz'ora ma non ha sentito ragioni. Volevano somministrarle l'ossigeno, ha rifiutato. Mi sono seduta in fondo al suo letto, all'inizio non mi aveva riconosciuto, quando mi ha messo a fuoco ha iniziato a piangere e l'ho rassicurata. La madre era disperata, pensava che una volta all'ospedale potessero aiutarla in qualche modo. Ha firmato il rifiuto al ricovero e i paramedici sono andati via. Sono rimasta con lei, si è alzata, vestita e ha cercato di sembrare normale. Ha acceso un'altra sigaretta, mi ha raccontato i problemi sul lavoro, ha promesso di tirarsi fuori da quel vortice. Le ho detto di contare su di me. Non so se basta la mia promessa. Non so se vuole uscirne davvero. Ieri la mia amica A. sorrideva dalle foto appese alle pareti. Di lei non c'era alcuna traccia nella sconosciuta sprofondata nel letto.
Non sono ancora riuscita ad elaborare quello che è successo.

12 commenti:

  1. purtroppo oltre a stare vicini a chi si trova in un momento di difficoltà così grave, non c'è molto da fare... puoi darle i mezzi, ma deve essere lei a volerne uscire e continuare una vita sana... :(

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  2. cara Queen, certe cose non si è mai capaci di elaborarle davvero, soprattutto perchè non si riesce a spiegare come tutto questo sia potuto accadere, sotto i nostri occhi o comunque vicino a noi...semplicemente si impara a conviverci, al meglio delle nostre possibilità, dandoci da fare per dare il nostro aiuto a chi purtroppo vive una situazione di questo tipo.
    L'ho capito il giorno in cui mi hanno chiamata dall'ospedale, S. in coma, a un soffio dalla morte, piena di farmaci da non sapere ancora come sia riuscita a sopravvivere...però è passato un anno e poco più da quel giorno di inizio luglio, e dopo mesi di ricovero S. sta meglio, ha grinta da vendere, ma è ancora nel pieno di quel doloroso cammino che solo e soltanto lei è in grado di volere e di fare. Chi le sta accanto purtroppo prende consapevolezza che certo, può essere d'aiuto ma, soprattutto all'inizio, l'unica cosa che conta davvero è la forza di volontà e la voglia di vivere che riescono a trovare le persone che affrontano queste esperienze.
    Comunque, se puoi, offrile il tuo affetto e la tua vicinanza, aspettati anche qualche porta sbattuta in faccia, che può succedere...ma non darti per vinta, e aiutala a non mollare...
    un abbraccio

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  3. che brutta situazione... spero che lei voglia davvero uscirne, il tuo sostegno di certo è molto importante in questo momento

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  4. La tua vicinanza sarà di molto aiuto, ma in casi simili occorre anche un sostegno "professionale", un percorso psicologico, parlo per esperienza personale. In bocca al lupo!

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  5. Hai fatto e farai quello che puoi. Di fronte a queste situazioni le persone devono cercare di uscirne anche con la loro forza di volontà.

    Bacio

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  6. sicuramente tu puoi essere di conforto e i medici un grande aiuto, ma deve volerlo lei.
    mi dispiace...un abbraccio

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  7. La tua presenza e il tuo supporto sono certamente utili ma lei dovrà trovare la motivazione in se stessa, la spinta che può portarla fuori.
    Spero di cuore che ne possa uscire presto

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  8. Situazioni che non vorresti mai vivere. Ti mando un grande abbraccio.

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  9. Queen tesoro , queste situazioni ci sconvolgono , starle vicino è la miglior cosa che puoi fare spero tanto che la tua amica A reagisca bene e si rimetta a poco a poco in sesto tanti baci cara siamo tutti con te !!!

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  10. Fai del tuo meglio per starle vicino..sarà una strada in salita ma ricorda che la salvezza dipende solo da lei e tu puoi solo darle sostegno. Non ti scoraggiare se all'inizio sarà difficile..a lungo andare cmq il tuo affetto e la tua presenza avranno un peso nella decisione che lei prenderà per la sua vita...e sarà fondamentale. Un abbraccio..

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  11. Che storia, mamma mia.
    Mi raccomando, stalle vicina
    come solo una vera amica
    sa fare !

    Bacio, G.

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