mercoledì 7 aprile 2010

Instant karma #34

Immagini confuse, un profumo, forse l'odore del minestrone della nonna, un cerchietto con un fiocco di raso blu, le scarpe di vernice con la punta sbucciata, il grembiule con le iniziali ricamate dalla zia Lena, i gerani sul davanzale, un paio di sci con le bacchette coordinate, la videocassetta di Flashdance smagnetizzata, la voce dell'insegnante di chimica, il prof. Carbone, una mattina per non farmi interrogare tossii per cinque minuti di fila. E poi una sala col parquet di legno chiaro, consumato, scaldamuscoli rosa, una fila di ragazzzine magre in tutù, l'insegnante, la signorina Matilde, che tiene il tempo, inarca le sopracciglia e arrotola le erre. Croisé, arrondies, arabesque.
Sollevo una palpebra, di fronte a me Claudia. E' sola. In mano ha un tomo della portata di un fermaporte. Insomnia di Stephen King. La copertina rossa e bianca mi riporta ad un Natale di un milione di anni fa. Ricevetti quel libro in dono da Josef. Finalmente un ricordo preciso. Adesso mi saluterà chiamandomi Barbara. Non ho intenzione di obiettare. Mi interessa sapere chi è Alice e perchè ho ricominciato a parlare di Camilla. Credo che Claudia, se riesco ad entrare nelle sue grazie, potrebbe essermi davvero utile. Quasi mi spiace approfittare della situazione, ma non ho ricordi che mi colleghino a lei, per ora, quindi nessun senso di colpa in agguato.
- Ciao, come va oggi? ti va di mettere sotto i denti qualcosa?
La sua gentilezza è disarmante.
- Sì, grazie.
Si alza esce dalla stanza e torna con l'inserviente che mi porge un vassoio con due piatti coperti.
- Quando hanno portato il pranzo stavi riposando, siccome non dormi molto non volevo disturbarti.
- Non dormo molto? Se non faccio altro!
Oltre che vegetare e pormi quesiti amletici sull'universo che cospira alle mie spalle.

Probabilmente il mio tono e lo sguardo perplesso la allarma, perchè tenta subito di giustificarsi.
- E' normale dopo l'intervento che hai subìto, il medico ha detto di non forzarti a fare nulla che tu non senta.
Continuo a pensare che questa ragazza non faccia parte del mio giro di amicizie ma sia una figurante pagata per fare qualche apparizione, come personaggio minore, e occasionalmente per tenermi compagnia. Non ricordo nè il suo viso, nè la voce, non ha un singolo particolare che accenda una benchè minima scintilla nei recessi della mia memoria.
Annuisco pensierosa. Assaggio il semolino, due bocconi e ho già voglia di buttarmi giù dal balcone, addento la coscia di pollo senza osso, una cucchiaiata di purè e il mio pranzo è terminato. Desidero acqua come se piovesse. Mi porge una bottiglietta da mezzo litro. Non riesco ad afferrarla e cade sul pavimento. Quando si china per raccoglierla ho l'istinto di colpirla, in una frazione di secondo penso a come tramortirla, rubarle gli abiti, borsa, eventuale bancomat, telefono, auto per scappare da questo ospedale e lasciarmi tutto dietro le spalle. E' passato il momento. Sorride mortificata, avrà capito le mie intenzioni? No, è dispiaciuta perchè pensa di aver fatto cadere la bottiglietta. Adesso mi sento in colpa!

CONTINUA
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3 commenti:

  1. Sono stata un po' impegnata in questi giorni e non mi sono connessa moltissimo quindi per me oggi un gran regalo..2 capitoli!!!
    Bellissimo sempre più intrigante e tu scrivi davvero bene, mi piacciono le erre arrotolate della signorina Matilde!!

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  2. io fossi in te la pubblicherei la storia (e lo dico solo perchè ho perso l'inizio e se avessi il libro saprei pure come va a finire senza dover aspettare! :-D)

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  3. @Federica > grazie! inutile dire quanto mi fa piacere avere una lettrice come te ;D

    @Daisy > questo è solo un'esercizio di stile ;D

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