lunedì 19 aprile 2010

Instant karma # 39

Quindi ho avuto una brutta infanzia, o per lo meno qualcosa me l'ha rovinata. E quando sono riuscita a venire a patti con me stessa ho conosciuto la malattia. Questo è quanto Giulia, che credevo si chiamasse Camilla, e che fosse la mia migliore amica, mi ha riassunto durante il nostro primo dialogo. Sono seguiti i discorsi più strampalati, classica buona creanza tra vicine di letto. Questa mattina è stata preparata per il suo intervento ed è stata portata via.
Il tempo scorre lento e poi veloce, vado avanti di un giorno e torno indietro di tre, non so più distinguere cosa ho realmente vissuto e cosa ho solo sognato. Sono stanca. Stanca di aspettare, di capire, di ricordare. Sento voci, vedo volti, ricordo profumi, situazioni, stati d'animo. Cerco costantemente di collegare tutto, eppure manca sempre un elemento, il collante per tenere tutto insieme. Questa mattina mi sono svegliata con una fame assurda. Schiaccio il pulsante e appare l'infermiera scorbutica, le chiedo uno specchio, me lo porge con sguardo timoroso. Confesso che temo l'immagine che vedrò riflessa. Ho subito un intervento alla testa, ho i capelli corti e sicuramente sotto il cerotto ci sarà una bella cicatrice a testimoniare l'eterno soggiorno in questa struttura. Devo solo guardare. E' l'ora di affrontare la realtà. Lo appoggio sul comodino, prima voglio alzarmi. Riesco a reggermi in piedi. Bel traguardo. Sono sola nella stanza, giro intorno al letto, apro lo stipetto e vedo i miei abiti di quando mi sono presentata. Ho un flash, un ricordo nitido, barcollo, perdo l'equilibrio, mi siedo sul letto. Mi volto verso quello che è sempre stato il letto di Barbara, o almeno colei che chiamavo così. Afferro lo specchio e vedo il suo volto, devastato dalla malattia. Stringo gli occhi, sento salire le lacrime, respiro forte e riguardo l'immagine, è ancora lei, rimanda le stesse espressioni, mi tocco una guancia e vedo la mano. Sento la mia voce, bambina, che chiama Alice, sta urlando, piange. Buio. Ancora quel volto, gli occhi gonfi di lacrime. Inizio a ricordare, so chi è Alice, so di essere Barbara. E so perchè è successo tutto questo....

CONTINUA
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