- Qualcuno vuole rispondere o aspettiamo che si scarichi la batteria?
La voce di Argenti fece trasalire Adriano che prese il cellulare ed uscì dall'ufficio; i colleghi scambiarono un'occhiata senza aggiungere altro.
- Ciao, sono io,... Vittoria, scusa se ti disturbo, sei al lavoro? è un brutto momento?
- sì, no, dimmi.
- sono successe delle cose e ...ecco ho bisogno di parlarne con te.
- Hai sentito Bea?
- Bea? no, è arrabbiata con tutte da due giorni, ...perchè?
- no, niente, scusa ti ho interrotto, vuoi che ci vediamo a pranzo?
- Avrei bisogno di vederti subito, se non è un problema, è proprio urgente, sai che non ti disturberei se non lo fosse.
- non posso muovermi, sono un po' preso.
- posso raggiungerti in questura? non ti ruberò molto tempo. E' importante.
Adriano in quelle poche parole percepì tutta la disperazione di Vic.
- ok, ti aspetto qui.
Rientrando nell'ufficio incrociò lo sguardo di Umberto. Il collega abbassò gli occhi con discrezione e tornò alle sue pratiche.
Beatrice si precipitò al Policlinico dove trovò Carla nel corridoio del reparto di medicina. Sul viso dell'amica i tratti deformati dall'impotenza e la stanchezza di una notte insonne. Non servirono parole, un abbraccio lungo e stretto cancellò il silenzio del giorno precedente.
*
Emma dall'ufficio chiamò la cugina Alina e le diede appuntamento per l'ora di pranzo. In cuor suo sperava che almeno lei ricordasse qualcosa a proposito di Tiziano Rivolta.
*
Vittoria entrò in questura. Nell'atrio scorse visi conosciuti, colleghi di Adriano, amici che avevano frequentato la loro casa negli ultimi anni. Salutò diverse persone. Alzò gli occhi e vide passare Sabrina Orlandi, con la divisa perfettamente stirata, nessun capello fuori posto e il solito sguardo da femme fatale. Ripensò alle parole di Bea. Come punta da uno spillo la donna si voltò e la notò. Sorpresa, stizzita e divertita allo stesso tempo sfoderò un sorriso di plastica al quale Vic rispose con lo stesso entusiasmo. Adriano, avvertito dal collega all'ingresso scese di corsa, passò davanti a Sabrina, senza degnarla d'attenzione, raggiunse Vittoria, e la dirottò nell'ufficio di Argenti. La fece accomodare e la guardò senza parlare per un intero minuto. Era passato un mese dall'ultima volta che si erano visti. L'ultima conversazione, faccia a faccia, era avvenuta nel loro appartamento. Sembrava fossero passati anni. Vittoria parlò per prima e gli raccontò di un pomeriggio in piscina con le ragazze in cui qualcosa aveva risvegliato in qualche modo la sua coscienza e le aveva fatto ricordare un fatto doloroso, avvenuto durante la sua infanzia, che il subconscio aveva rimosso. Adriano ascoltò tutta la storia senza interromperla. Osservò il linguaggio del suo corpo con attenzione. La voce incrinata, il modo in cui tormentava le mani, i movimenti del collo e della schiena; il disagio traspariva sotto ogni forma. Vittoria gli stava chiedendo aiuto. Si rese conto che non era faticoso starle dietro, lo aveva detto solo per giustificarsi mentre la stava lasciando scivolare via. Avrebbe voluto stringerla, proteggerla da quella tempesta emotiva che la stava travolgendo ma non era il momento nè il luogo ideale. L'unico modo per salvarla era risolvere il problema all'origine, scoprire chi aveva ucciso Tiziano Rivolta.
CONTINUA
mercoledì 22 settembre 2010
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ho recuperato i post che mi ero persa.
RispondiEliminacomplimenti queen b!
Evvai! E ora lui le dice "Bea mi ha detto" così la stronza va a farsi f...riggere definitivamente.
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