martedì 30 aprile 2013

Gli spari in piazza

So di dire un'ovvietà, ma in tempi duri come questi, in cui le parole vengono incise nella pietra è meglio essere chiari: la violenza è da condannare sempre, anche se comprensibile, anche se spesso è giustificata. Quello che è accaduto domenica è già tragico di per sè, e il circo mediatico scaturito, tutto quello che viaggia sui media, a tutti i livelli, non fa che alimentare un fuoco che se divampasse avrebbe proporzioni epiche. Il capro espiatorio stavolta è Beppe Grillo, che con i suoi moniti rivoluzionari avrebbe istigato il folle gesto di una persona sana. E tutto il teatrino, che da anni viene messo in piazza con le solite marionette, invece riesce a mantenere un clima disteso, un'atmosfera zen? Gli accordi sottobanco di quelli che in tv si fanno la guerra infondono fiducia nei cittadini? Basti pensare ai milioni di persone che si sono astenute dal voto perchè non credono nei politici di ruolo. Io penso che Grillo, sicuramente con troppa veemenza e intercalando con parolacce da manuale, abbia espresso a voce alta quello che i cittadini pensano da tanto tempo. Scendere in piazza a fare la rivoluzione non significa acquistare una pistola e sparare ad altezza uomo, protestare contro il sistema vuol dire affermare i propri diritti, chè siamo tutti capaci a indignarci dietro allo schermo di un pc, ma quanti scendono a protestare personalmente? Come al solito si cerca un colpevole, e visti i precedenti il migliore è lui, tanto con la memoria che abbiamo la prossima settimana non ne parlerà più nessuno, il rischio è quello di dimenticare che un carabiniere è caduto in servizio, per mano di un disperato. Perchè l'uomo che ha premuto il grilletto non è una persona con problemi psichici, come si disse di colui che lanciò il souvenir di Milano sul muso del sig. B, si tratta di una persona che ha perso il lavoro e la dignità e ha pensato che un gesto eclatante potesse dare un senso a quell'inutilità che prova chi si sente abbandonato dal sistema. Non c'è consolazione in tutto questo, solo desolazione. Quella di un Paese, che un tempo fu grande ed ora è ridotto ai minimi termini.

4 commenti:

  1. Come sempre sono tutti pronti a giudicare. Io mi sono soffermata a pensare alla sofferenza e allo stato d'animo di quest'uomo che è arrivato a compiere un gesto del genere. Rappresenta un po' tutti noi, perchè questo Governo e la situazione che ha creato ci sta trasformando. Gli italiani non ne possono più dei continui litigi di questi cosiddetti politici che parlano dalle loro comodissime poltrone. Qua si fa la fame, qua non c'è lavoro e la gente non sa cosa fare. E' un attimo perdere la testa, perchè non siamo più lucidi. Mi dispiace per i due poveri carabinieri che facevano il loro lavoro.

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  2. Sono d'accordo.Avrei voluto scrivere lo stesso post. Quello che non capiscono questi buffoni è che il paese è incazzato. E tanto. Ma la violenza meno eclatante e più profonda è rappresentata i milioni di italiani schifati che non vanno a votare.Fanno male,nello stesso modo, di un colpo di pistola.Ma per loro è importante solo pararsi il culo.

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  3. Hai espresso in modo molto chiaro quello che penso anch'io...
    Bisognerebbe prestare veramente attenzione al gesto compiuto...
    ma come sempre... se ne parla per far quasi "gossip" e poi tutto dimenticato... perchè ci sarà sempre chi si lamenta senza smuovere un dito... perchè alla fine troppo debole forse per prendere in mano la propria vita...
    gesti estremi... questo ha recato danno a innocenti... ma quante persone si sono tolte la vita per la crisi? Forse una cosa del genere fa semplicemente più rumore.

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  4. Leggendoti in post sparsi qua e là, negli anni, più o meno sporadicamente, ti ho immaginata. e ti ho immaginata come una ragazza molto diversa da me,sotto certi punti di vista.diamentralmente opposta.eppure ci sono cose che ci accomunano.e mi viene da dire che sono le cose che contano,quelle che richiedono buon senso.

    Detto questo,condivido tutto quanto hai detto tu,parola per parola.



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