giovedì 10 giugno 2010

Instant karma # 49

Per gli argomenti trattati si consiglia la lettura solo a persone non impressionabili

Si fa presto a dire dimissioni: al mattino presto, dopo una notte insonne, trascorsa ad osservare quattro scienziati pazzi che facevano esperimenti sulla mia povera vicina di letto, a volerla prendere con spirito sembrava di essere sul set di Stati di allucinazione, l'infermiera polacca dice di prepararmi che da lì a mezzora mi porteranno al secondo piano per il consulto psichiatrico. Questa poi! se non passo il testo col tipo che fanno, mi tengono chiusa qui con la forza? prima di andare in paranoia (pane per i denti di uno strizzacervelli) chiedo di poter usare il cellulare e chiamo Francesca.
- Barbara non preoccuparti, di che hai paura? Che non ti facciano uscire?
- mi domando perchè un consulto ora?
- perchè hai subito un intervento importante, hai sofferto di amnesia e non sei del tutto centrata, senza offesa!
- figurati, praticamente qualcuno deve stabilire se sono socialmente pericolosa!
- no, solo se il tuo rientro a casa sarà semplice o potresti incontrare difficoltà, penso..
- tu lo sapevi?
- no, però immaginavo. Vuoi che venga con te?
- e mi terrai la mano tutto il tempo?
- scema! vedrai che in dieci minuti sarai fuori, chiama quando avrai finito, aspetto notizie.

Il consulto avviene nel reparto di psichiatria, mi accompagna un giovane assistente ospedaliero al primo giorno di lavoro, che sbaglia piano tre volte, quando raggiungiamo lo studio mi accoglie un signore distinto, barba e capelli d'argento, occhi scuri come pece ed una stretta di mano vigorosa.
- Signora Corradi che fine ha fatto? l'aspettavo venti minuti fa!
L'assistente è arrossito. Mi spiacerebbe se lo rimproverassero mentre è in prova, assumo la responsabilità del ritardo.
- Scusi dottore, ero indecisa, non sapevo come vestirmi per l'occasione.
Il medico mi osserva, ha capito che copro il mio accompagnatore, forse intuisce il motivo e congeda il ragazzo.
- L'ho fatta venire qui perchè per dimetterla devo appurare che il suo equilibrio psichico sia stabile.
- Sentiamo, cosa vuole che le dica?
- Partiamo dall'inizio: sulla sua cartella leggo che in seguito a diversi episodi di deficit cognitivi e neurologici le è stata diagnosticata una neoplasia cerebrale.
- vero
- il tipo di cui è affetta di norma viene trattato con radioterapia, è corretto?
- sì.
- è stata sottoposta a cicli di terapia che non sono stati risolutivi, leggo che il processo rischiava di provocare una leucoencefalopatia quindi il medico che l'aveva in cura ha proposto come unica alternativa la resezione chirurgica.
- esatto.
- lei come ha percepito la malattia di cui è affetta?
- in che senso?
- ci sono diversi modi di affrontare o non affrontare le situazioni che ci accadono...
- intende dire se ho capito e accettato quello che mi stava accadendo? capito sì, accettato no. Assolutamente!
- quando le hanno diagnosticato la neoplasia come ha reagito?
- secondo lei?
- le ricordo che non stiamo parlando di me.
- posso essere sincera?
- deve, signora Corradi.
- mi sono incazzata come una bestia.
- mhm interessante, continui.
- Vede dottore ho perso una sorella che ho scoperto d'amare più di me stessa solo dopo che è morta, ed era solo una bambina, ho pensato per anni che fosse colpa mia, ho vissuto a metà come se volessi punirmi, come se non fossi degna di vivere una vita intera, perchè lei non avrebbe potuto crescere, amare, vedere le cose che ho visto, e fare le cose che ho fatto, non ho mai vissuto per due, ho sempre sottratto una parte, come la metà di una mela, che nemmeno Platone poteva riunire. E quando ho accettato che non fosse dipeso da me, quando ho iniziato a vivere, davvero, e provare a vedere il mondo e fare tutte le cose che desideravo anche per lei, come a volerle idealmente restituire qualcosa che non le è mai stato concesso, ho scoperto il mostro nella mia testa. Come un karma istantaneo. Crede nel karma dottore?
- lei ci crede?
- In questo caso senz'altro!
- perchè lo chiama mostro?
- da che mondo è mondo il mostro è qualcosa che fa paura...
- così lei continua ad aver paura, prima di aver causato la morte di sua sorella, poi di non riuscire a vivere, adesso di non guarire?
- che c'è di male ad aver paura?
- le impedisce di andare avanti, la paura blocca.
- cosa potrei fare per non aver più paura? mi hanno operato e lui è ancora lì. Ha vinto!
- con lui intende il mostro?
- sì, il mostro, proprio lui.
- è curioso che lo identifichi con un soggetto maschile.
- non ho mai detto che...insomma io volevo dire esso!
- astrocitoma, questo è il nome, dovrebbe chiamare le cose col loro nome, definirle, per ridimensionarle, renderle reali ed affrontarle. Non è più una bambina, non deve aver paura del buio o di guardare sotto il letto, la malattia fa paura, è vero, allora deve conoscerla e affrontarla.
- un cazzo di astrocitoma, è questo che mi sta rovinando la vita!
- sì, e lei adesso deve provare a reagire!

CONTINUA
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4 commenti:

  1. beh è il più favorevole in diagnosi... dai! Mamma mia... e ora?

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  2. vorrei scrivere qualche commento.... ma davanti il testo sono rimasta senza parole....
    ah.... si... ti dico questo....
    Fab a 16 anni ha avuto un tumore.... lui il mostro lo ha vinto :)

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  3. Un fottuto astrocitoma, che vada a farsi fottere... Tutto il resto sarà sembrato zero al suo cospetto. Ma il bello/brutto è che non è affatto così, che tu ci creda o no...

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