martedì 9 marzo 2010

Instant karma #14

Mi venne voglia di rispondere “sì, lo so, siamo compagne di stanza”. Non lo feci. Matteo sembrava veramente dispiaciuto. Dovevo approfittare della situazione e chiedergli tutto prima che andasse via ma la presenza della fidanzata mi metteva a disagio.
L’orario di visita era finito e gli amici di Gianni si accomiatarono. Proposi un caffè. La tipa era ancora al telefono. Le fece un cenno per farle capire che scendevamo al bar. Avevo poco tempo a disposizione e troppe domande da fare tutte insieme. Il momento era topico.
“Non vorrei sembrarti impertinente, ti ricordi se, quando stavi con Barbara, è successo qualcosa di grave, o particolarmente doloroso?”
“Tipo?” “ho avuto modo di parlarle ultimamente e so che in quel periodo ce l’aveva a morte con me, non ho mai capito il motivo, mi ha detto che ha perso qualcosa di veramente importante, ce l’aveva con noi due, allora ho pensato che tu ne fossi a conoscenza”
“il passato ritorna” disse con tono melodrammatico. “sapevo che prima o poi sarebbe venuto fuori, certo che dopo tutto questo tempo...”
Mi domandai di cosa andava farneticando, il tempo stringeva, eravamo arrivati al piano terra, il bar distava pochi metri e temevo che la fidanzata arrivasse da un momento all’altro.
“ci sono cose che probabilmente non hai mai saputo” disse lapidario
“fammi un esempio” lo incalzai
“conobbi Barbara l’estate in cui ci mettemmo insieme. La sera in cui ti vidi per la prima volta”
“alla festa di fine estate da Giulia?”
“no, quella fu la volta in cui ti parlai, la prima volta ti vidi alla rassegna musicale alla fortezza. Era giugno”
Rimasi interdetta. Ascoltavo quelle parole per la prima volta. Ed erano passati 16 anni.
“Barbara si esibì in un saggio di danza con la compagnia di ballo. Rimasi incantato da lei. Dopo l’esibizione andai a parlarle. Le chiesi di uscire. La stessa sera, mentre facevamo il giro degli stand con i ragazzi ti vidi insieme Bea. Iniziai a frequentare Barbara in quel periodo, ogni tanto pensavo a te ma non sapevo chi eri, né dove trovarti. Un giorno incontrai Bea con Giulia, trovai una scusa per farmi invitare alla festa, sicuro di vederti. Infatti quella sera ci presentò proprio Bea. Barbara mi piaceva, ma tu eri diversa. La lasciai dicendole che mi ero innamorato. Continuò a cercarmi e a tempestarmi di telefonate per qualche mese, poi smise. Quando tra noi finì, dopo qualche settimana iniziai a farmi vivo con lei, all’inizio mi dette dei giri, poi accettò di vedermi, e dopo un mese ci rimettemmo insieme. Quando le dissi che eri tu la ragazza per cui l’avevo lasciata impazzì. Una vera tragedia. Non te l’ho mai detto perché non mi piacciono i contrasti, non volevo che litigaste per me”
"hai detto a Camilla che ogni tanto le parlavi di me, anche io, al suo posto sarei stata perennemente incazzata”
“Ero affascinato da lei, dalla grazia con cui si muoveva, ma tu…”
“per favore, non dire cose di cui potresti pentirti nei secoli dei secoli”
“E’ passato tanto tempo, ora posso dirti che, anche se è durato poco, non ti ho mai dimenticato”
Avevo bisogno di informazioni e questo faceva il piacione.
“ricordi quando Barbara ebbe l’incidente con l’auto di suo fratello?”
Divenne subito serio.
“come fosse successo ieri. Eravamo al bar, qualcuno propose di andare in montagna per il weekend e io risposi che l’anno precedente, in quel periodo, ero a sciare proprio lì con te, Barbara aveva bevuto, si arrabbiò, litigammo, prese le chiavi dell’auto a Marco e partì a razzo. Provai a fermarla ma schiacciò il pulsante bloccaporte e mi impedì di salire. La seguii in moto e…”
“hai assistito all’incidente?”
“guidava come una pazza, uscendo da una curva sbandò e si scontrò con un’auto che arrivava nel senso opposto”
A quel punto feci la domanda che mi martellava in testa da giorni:
“so che sto per dire una follia, ma era per caso incinta?”
Matteo mi guardò sconcertato.

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