giovedì 25 marzo 2010

Instant karma #27

L'occasione capita dopo pranzo, le due guardie svizzere si sono congedate, il primario seguito da uno stuolo di praticanti ha già emesso il suo giudizio, per onestà devo dire che non ho capito molto di quello che ha blaterato, ho nicchiato e ci siamo tolti il pensiero tutti e due. Resto sola, la compagna di letto è stata portata a fare un esame con un nome troppo difficile da riportare, mi alzo a fatica; uscire dal reparto è impensabile, cerco nel comodino il mio cellulare. Non c'è. Faccio una cosa che già mentre la penso provo vergogna, ma a mali estremi, ogni mezzo è lecito! Non sono certa che l'adagio recitasse così! Apro lo stipetto della vicina. C'è un beauty case, una vestaglia, altri capi d'abbigliamento, manca solo l'abito da sera per la cena col capitano e c'è tutto! Trovo un cellulare, ultratecnologico, sarebbe stata troppa grazia sperare che fosse della stessa marca del mio. Non sono molto ferrata nel settore, ho impiegato un anno per imparare ad usare il mio telefono, quando ho preso dimestichezza la batteria si è fusa e ho dovuto acquistarne un altro! Provo ad accenderlo. Codice Pin. Fine dell'avventura. Forse è meglio se aspetto che rientri dalla terapia e le chieda se può prestarmelo. Sento una voce amica in corridoio, fa capolino mamma, le mani colme di borse e sacchetti. Sorride ma lo sguardo tradisce preoccupazione. Insiste perchè mi corichi. Le chiedo il cellulare, fruga nella tasca del soprabito e mi porge il suo. Finalmente posso chiamare Camilla. Ho un vuoto. Non ricordo il suo numero!

CONTINUA
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2 commenti:

  1. Lo vedi? Ti sbagli di grosso, Queen; anche tu cerchi con tenacia le parole giuste, le sole che possono trasmettere con la più grande precisione la giusta sfumatura e forza delle tue idee.

    g.*

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